Immigrazione, non si fermano gli sbarchi. Salvate altre 150 persone

Non si fermano i viaggi della disperazione nel Mediterraneo. Nella giornata di ieri la Guardia Costiera ha messo in salvo 150 persone, forse di origine siriana, tra cui dieci bambini. Gli immigrati, che si trovavano a bordo di un barcone alla deriva a 170 miglia a sud di Capo Passero, sono stati trasportati sulla terraferma e hanno ricevuto le prime cure.

Le manovre di soccorso hanno visto l’impiego di unità navali partite da Siracusa e da Pozzallo, coordinate dalla Direzione marittima di Catania. Il tutto ha richiesto diverse ore, a causa delle cattive condizioni del mare.

L’imbarcazione alla deriva era stata individuata dalla “Grecale”, una nave della Marina impegnata nell’operazione “Mare Nostrum”. Sul posto erano presenti anche quattro mercantili, che hanno collaborato all’intervento.

Stando ai dati del Viminale i migranti sbarcati sulle coste italiane dal 1° gennaio 2013 sono oltre 35 mila. La maggior parte, più di 21 mila, provengono dalla Libia, ma ci sono anche siriani (quasi 10 mila), eritrei, somali, afghani, egiziani e maliani. Di questi, quasi 24 mila avrebbero diritto a ottenere protezione. 25 mila, invece, le persone salvate in mare dall’inizio dell’anno a oggi.

Secondo Fortress Europe, il noto osservatorio on line sulle vittime dell’immigrazione verso l’Europa, dal 1994 nel solo canale di Sicilia hanno perso la vita oltre 6.200 persone, più della metà (4.790) disperse. Annus horribilis il 2011: tra morti e dispersi, sono scomparse almeno 1.800 persone, 150 al mese, 5 al giorno.

L’episodio più drammatico di quest’anno risale a inizio ottobre, quando al largo di Lampedusa un barcone, salpato dal porto libico di Misurata, prese fuoco. Molti, presi dal panico, si gettarono in mare senza saper nuotare, mentre l’imbarcazione, avvolta dalle fiamme, si capovolgeva. Fu una strage: i morti furono oltre trecento, tra cui donne e bambini.

In quell’occasione Letta chiese pubblicamente all’Europa di “non stare a guardare” e di impegnarsi a trovare delle soluzioni per affrontare comunitariamente il problema immigrazione. Ed è di qualche giorno fa la notizia che l’Ue si sta finalmente muovendo. La task force istituita per il Mediterraneo, composta da un gruppo di esperti, ha consegnato una relazione di 15 pagine che verrà discussa nel vertice del 19 e 20 dicembre. Il dossier elenca una serie di misure da mettere in campo in breve tempo, tra cui il cosiddetto “Frontex”, una maxi-operazione di controllo dei confini e soccorso in mare da Cipro alla Spagna. All’Italia viene confermata l’elargizione di finanziamenti per 30 milioni di euro da spendere per garantire l’accoglienza ai migranti, mentre altri 20 milioni di aiuti verranno stanziati per rispondere a situazioni di emergenza in altri Stati membri.

Forme di intervento ipotizzate sono anche la creazione di un nuovo organo costituito da operatori dell’Ufficio europeo di sostegno all’asilo (Easo), per fornire tempestivo supporto ai Paesi che si troveranno ad affrontare il problema degli sbarchi, e il rafforzamento di Europol: in questo caso l’idea è quella di favorire la collaborazione e lo scambio di informazioni tra le polizie nazionali allo scopo di contrastare il traffico di esseri umani.

Infine, tra le possibili strade da percorrere c’è la sigla di accordi di partnership con i singoli Stati. È già stata raggiunta l’intesa con il Marocco ed è vicina alla conclusione la trattativa con Tunisia e Azerbaijan. Difficile invece stabilire una cooperazione con la Libia, vista la delicatissima situazione interna.

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