Jill Abramson è la regina del New York Times

Jill Abramson, lo scorso 6 settembre, ha compiuto due anni alla guida del New York Times. Lei è la prima donna a occupare la poltrona di direttore nei 160 anni di vita del giornale. Classe 1954, newyorkese doc, una laurea in storia ad Harvard e una carriera iniziata con il giornalismo universitario. Forbes Woman ha eletto Jill la quinta donna più potente al mondo, ma tutto questo potere non le ha dato alla testa. Lei, donna, grande professionista, moglie e madre, non ricalca lo stereotipo della donna di successo, tacco 12, tailleur nero e aria da superstar.

Dal sesto piano del grattacielo firmato da Renzo Piano e affacciato sull’Ottava, dirige il New York Times grazie alle sue eccezionali doti giornalistiche e alla stoffa da leader. Sa riconoscere le notizie, come dovrebbe saper fare un grande direttore. Le persone che le stanno accanto la descrivono come una persona dolce, attenta e gentile, una amica e una madre straordinaria, ma nello stesso tempo come una donna autoritaria, sarcastica, ostinata e severa. Amante degli animali e dei cani, si è fatta ritrarre in molti servizi insieme al suo amato golden retriever. Scout e dal 2009, tiene una rubrica su “soddisfazioni e sfide di educare un cucciolo“, che è poi diventare il libro “The puppy diaries“.

Degna di ammirazione, con intelligenza è riuscita ad arrivare ai piani alti e a completare l’integrazione tra carta e web contro ogni avversità. Gli obiettivi per il suo giornale? “Inventare nuovi prodotti a pagamento e promuovere il New York Times come azienda di informazione internazionale imprescindibile“.

Non mi sono mai chiesta se le donne possono avere tutto oppure no – ha dichiarato in un’intervista a Forbes Woman – ho cercato di fare tutto e basta”. “Essere una donna alla guida di un grande giornale vuol dire moltissimo – ha aggiunto – i miei colleghi mi conoscono bene, conoscono il mio stile. La mia richiesta è l’eccellenza assoluta e il grande giornalismo sempre e comunque, la qualità prima di tutto. Non è facile, ma la mia porta è sempre aperta e il dialogo per me è importante. Volevo che ognuno in redazione si sentisse rassicurato anche in un momento di grande cambiamento”.

Jill Abramson è la stampa. Ha lasciato il segno nel giornalismo americano con le sue inchieste e ci è riuscita restando sempre se stessa. Che dire, c’è solo da imparare da Gray Lady.

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