Milan, problema infortuni: da Pato fino a El Shaarawy, solo casualità?

“Sarà la sua gara”, aveva detto Allegri a proposito di El Shaarawy prima di Milan-Ajax. Invece, la partita di Champions è stata un’altra nottataccia. Il Faraone è uscito al 24′ del primo tempo e per rivederlo in campo bisognerà aspettare il 2014. Si è fatto di nuovo male e la sua stagione tormentata prosegue senza soste. “Non se ne esce più”, ha twittato Stephan. Poi ha subito cancellato tutto. Convinto di poterne uscire, evidentemente.

Le telecamere lo hanno inquadrato quando è stato sostituito contro l’Ajax immortalando la sua rabbia: si poteva pensare a una delusione per la scelta tecnica di Allegri e invece era il fastidio per un altro infortunio, dopo quello che lo ha fatto stare fermo dal 14 settembre al 1° dicembre (giorno del rientro a Catania). L’ultimo stop gli impedirà di giocare due gare fondamentali per la stagione del Milan, quella di lunedì con la Roma e quella di domenica 22 contro l’Inter. Quest’anno 4 presenze (quasi tutti spezzoni) e zero gol, dopo aver messo la firma nell’1-1 a Eindhoven nei preliminari di Champions. Una consolazione? L’anno maledetto sta per terminare: la sua speranza è che nel 2014 sarà tutta un’altra storia.

Le polemiche sugli infortuni del Milan sono datate da un po’ di tempo. L’esempio clou è sicuramente Pato che, arrivato al Milan come una promessa, un brasiliano destinato a diventare uno dei più grandi del suo ruolo, è entrato in un tunnel dal quale non è più uscito, fino alla cessione di due anni fa. Molte accuse sono state attribuite al centro di Milan Lab. Costruito nel 2002 per volere dell’ad Galliani e del chiropratico Jean Pierre Meersseman, al costo di quasi 5 miliardi delle vecchie lire, avrebbe dovuto essere un ‘rivoluzionario’ centro medico specializzato: un laboratorio che avrebbe dovuto prevenire gli infortuni attraverso l’analisi di dati e parametri fisici individuali, atti alla creazione di allenamenti specifici. Eppure, più di dieci anni dopo, siamo di fronte ad un Milan disastrato dagli infortuni.

Kakà, appena arrivato al Milan, dopo aver giocato poco e niente al Real Madrid, ed integro sotto l’aspetto delle condizioni fisiche, si infortuna per un mese. De Sciglio sembra quasi un “caso” insieme a Saponara. Per ultimo El Shaarawy che ha avuto un declino imbarazzante dopo l’arrivo di Balotelli, dovuto anche a tutti gli infortuni che lo hanno bloccato. Per continuare poi con Abbiati, Muntari, lo stesso Robinho. Il noto cronista Fererico Buffa, in un’intervista, raccontò di un suo conoscente che gli aveva preannunciato gli infortuni ai muscoli che avrebbero colpito prima Pato e poi il faraone. “Una crescita muscolare che non resisterà più al tipo di movimento che farà”, disse Buffa riferito ai due giocatori. Una “denuncia”, quindi, che va a puntare sul potenziamento muscolare che questi giovani calciatori hanno nei primi anni di professionismo. Anche Leo Messi, puo essere paragonato a questo tipo di “accusa” dato che nei primi anni al Barcellona era quasi sempre ai box per i suoi infortuni muscolari.

Se si tratta di sfortuna, coincidenze, o cattiva gestione degli infortuni, di certo non siamo noi a giudicare. Resta solo il rammarico di veder tentennare la crescita di giocatori (come, appunto, De Sciglio ed El Shaarawy) che potrebbero fare benissimo la fortuna della nazionale italiana. Giocatori che possono e devono essere tutelati da cure, forse, più attente e mirate.

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