Kandinsky, a Milano la collezione del ‘Centre Pompidou’ di Parigi

Kandinsky scriveva: “L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro”.
Questa la frase emblema della vita del grande maestro russo, di cui fino al 27 aprile 2014 sarà possibile ammirarne le opere nelle sale di Palazzo Reale, a Milano.

Ottantasei le opere esposte tra dipinti e disegni, attraverso cui sembrerà di camminare nella vita, prima di tutto artistica, ma, ancor di più spirituale, condotta da Vassily Kandinsky che a partire dal 1910 ha dato inizio all’astrattismo.
Sebbene Kandinsky abbia intrapreso questa forma d’arte agli inizi del secolo, essa non perde di valore e modernità, come si percepisce dalla cronologia della disposizione delle sue opere in questa mostra.

Il percorso espositivo ha inizio in una sala con pitture parietali: un vero e proprio ambiente artistico ricreato nel 1977 dal pittore e restauratore Jean Vidal, che ha riprodotto fedelmente le cinque creazioni di valore con cui Kandinsky decorò il salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung di Berlino.
Un’impatto con l’arte duro e coinvolgente: attraversando questa prima stanza la sensazione percepita è quella di essere stati catapultati in un mondo parallelo in cui lo scorrere del tempo è segnato dalle linee, e la percezione dello spazio è esaltata dai colori (di rilevante importanza nella pittura di Kandinsky).

Il percorso procede, poi, in modo più tradizionale abbracciando i principali periodi che hanno segnato la vita dell’artista.

Monaco 1896-1914:
anni di grande crescita personale e professionale per Kandinsky, che esordisce con un primo approccio verso l’impressionismo con Improvisation III, 1909. Inoltre è qui che dà vita alla sua prima opera letteraria “Dello spirituale nell’arte”, opera in cui esplicita letteralmente ciò che fino a prima di quel momento aveva solo sperimentato sulle sue tele: il rapporto fondamentale tra suoni e colori.

Russia 1914-1921:
gli anni in cui scoppia la Prima Guerra Mondiale e Kandinsky si vede costretto a rientrare a Mosca.
In questi anni, in cui sposa Nina Andreevskaja, dipinge poco in quanto fortemente impegnato a ricoprire ruoli di prestigio nelle nuove istituzioni culturali. Sentendosi così sopprimere il forte senso di spiritualità, decide di tornare in Germania.

Bauhaus 1921-1933:
anni in cui si dedica all’insegnamento in qualità di docente di Decorazione Murale, e alla pubblicazione dell’altro suo saggio letterario “Punto e linea sul piano” del 1926.

Parigi 1933-1944:
in questi anni Kandinsky si affaccia ad un nuovo panorama artistico che pone l’attenzione su Picasso e i Surrealisti.
Parigi significherà per Kandinsky nuove luci, nuovi colori, un nuovo modo di vivere l’arte anche attraverso l’influenza di grandi esponenti del surrealismo che come Mirò incontrano il suo cammino, come è possibile ammirare nelle opere “Ammasso regolato” 1938, o “Azzurro cielo” 1940.

Vassily Kandinsky morirà il 13 dicembre 1944. Questo passato è stato il secolo di artisti di grande spessore. Ma a Kandinsky viene riconosciuto il merito di aver donato all’arte un tempo indefinibile, che è possibile percepire solo attraverso l’immensità delle sue opere e il valore moderno che tutt’ora le accomuna.

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