Al colloquio di selezione con Babbo Natale (senza social network)

Le Feste di Natale sono l’ideale per non pensare al Business. Tranne chi vende i panettoni, chiaro. È questo il periodo in cui abbiamo la certezza (a differenza del periodo estivo più scaglionato), di essere tutti in ferie e pertanto non ci sono scuse per non staccare. L’ideale dunque per rimettere in ordine le proprie relazioni personali, per alimentare passioni e interessi culturali, tanto anche per gli amanti dei social network per staccarsi da facebook sapendo che, a parte foto di #cuoridimamma, delizie culinarie e auguri di natale a catena di montaggio, nient’altro può accadere.

Da qualche parte ho già scritto cosa penso degli auguri di Natale “a catena”, e così da qualche anno, perdo la mia mezz’ora a scrivere cartoline tradizionali, spesa massima 100 euro fra supporto e francobollo, ma grandissima resa emozionale, a mio parere.
Ma da quest’anno, sarà perchè ci faccio più caso, sarà perchè anche gli ultimi irriducibili (quelli della mia generazione, per intenderci..) sono approdati a facebook, sento che qualcosa sta scricchiolando seriamente nei nostri equilibri.

Cercando di evitare un post retorico e un pò scontato, ho immaginato di assistere, ai colloqui di selezione di un direttore del personale che chiameremo il sig. Roberto Nadal detto “Bobo”, un omone di padre finnico e madre spagnola (e naturalmente grande appassionato di Tennis!) che non ama farsi chiamare “dottore”, barba lunga e un giaccone rosso con collo di eco-pelliccia. Immaginiamo anche che la posizione ricercata sia un manager che deve organizzare un’azienda, creare senso di appartenenza nelle Persone, organizzare attività per la crescita personale e professionale di tutti. Può partecipare chiunque, non ha importanza l’età, il sesso, il titolo di studi, la provenienza aziendale. Retribuzione al massimo dei parametri di mercato, tutti i benefits.

Fra parentesi, una posizione simile è esistita veramente in tempi di grande luce.

BoboNadal: Come ha trascorso le feste?
Candidato1: In famiglia, dottore.

BN: Non sono dottore.
Cnd1: Mi scusi, sa, l’abitudine.

BN: Brutte abitudini, mi sembra.
Cnd1: Si figuri, sono non solo tradizionalista, ma anche abitudinario e le feste le passo in casa, con la famiglia.

BN: ah bene… e come ha passato la notte di Natale?
Cnd1: Guardi, siccome sono anche un tipo socievole, ho prima mandato una bella immagine ai miei 700 amici di Facebook con gli auguri di Buone Feste. Un tripudio! Pensi, mi hanno risposto in 20, ho più di “40 like”, e altrettanti mi hanno risposto con i loro capitoni e le insalate di rinforzo, proprio mentre le stavano masticando! Poi ho postato le foto di mia moglie con in braccio i bambini di 3, 5 e 7 anni, poi la foto di uno dei tre che sbatteva il mio ipad sul caminetto – pensi, ho messo la didascalia “Steve Jobs ha iniziato così”, da sbellicarsi!- poi ho fatto la foto agli altri due miei figli che si sfidavano a distanza di 5 cm sul divano a Candy Crush Saga, e alla fine ho postato la foto dei miei genitori di 78 e 81 anni. Si non hanno delle belle facce, non sembrano molto felici, ma posso assicurarLe che lo erano. Soprattutto quando ho regalato a entrambi l’abbonamento a Sky con ben 640 canali nuovi!

BN: Avanti un altro!

BN: Come ha trascorso le feste?
Candidato2: Lavorando, dot tore.

BN: Non sono dottore. Come, lavorando?
Cnd2: Certo, un vero manager deve farsi vedere sempre sul pezzo, dottore.

BN: Non sono dottore. Farsi vedere da chi?
Cnd2: I clienti, i fornitori. Sa, ho fatto un corso di social media marketing e mi hanno detto che i mercati sono conversazioni, quindi – dottore – non ho mai smesso di conversare.

BN: Immagino avrà speso molto per fare gli auguri – non sono dottore – a tutti.
Cnd2: Ma si figuri. Con le nuove tecnologie in 5 minuti mandi messaggi in tutto il mondo senza spendere niente! Al corso mi hanno detto di adottare una strategia e quindi ho segmentato: i miei 5000 contatti di Linkedin a cui ho mandato un bel messaggio informale: “carissimi contatti di Linkedin, fate spazio che adesso arrivano i miei auguriiii!”. Per i clienti invece ho usato una niusletter che sembra una mail personalizzata, e ho mandato altri 5000 messaggi con scritto: “Cari clienti, un personalissimo augurio di un buon anno ricco di progetti. Cliccate sul link per scaricare il catalogo con i nuovi prodotti!”.
Strategico, eh? Holidays and Business!

BN: E le hanno risposto?
Cnd2: Quasi tutti, dottore. Pensi ho anche un’azienda in Cina che sto inseguendo da oltre tre anni, che finalmente stanotte alle 2 mi ha risposto: “Our offices are closed for Xmas Holidays. We’ll be open at January, 7th”. Praticamente una promessa di contatto!

BN: Non sono dottore. Avanti un altro!
Convivere con i social network è inevitabile, ma non ingestibile. Chi si giustifica dicendo che “lo fa per lavoro”, ha difatto perso l’equilibrio fra vita social e vita sociale. La presenza totale non è richiesta da nessun lavoro. Esistono i turni anche in fabbrica.

Non escludo che fra qualche tempo, non troppo distante, ci possa essere qualche azienda che indaghi l’equilibrio fra competenze sui social media che ci devono essere e non possono mancare ed equilibrio fra amici veri e amici di facebook. Penso a un ritorno delle domande sugli hobby e sui viaggi per capire quanto le Persone si dedichino a conoscere al di là dello schermo e soprattutto, sarei davvero curioso di sentire le risposte in merito alle ultime letture. Facciamo davvero attenzione, perchè droni di Amazon a parte, il mondo del lavoro è ancora basato sulle relazioni interpersonali.

Non so se è mai stata reale l’era del business sui campi da golf, ma di certo è di una noia mortale sedersi a tavola con un fornitore che parla solo di lavoro e di certo un manager senza storie da raccontare è peggio di un film muto in bianco e nero che non sia “the Artist”

Non chiamatelo anno nuovo se non pensate di fare qualcosa di davvero nuovo per il vostro anno che sta arrivando. Recentemente ho assistito a un incontro con Julio Velasco e mi colpì molto la frase: “Imparate qualcosa che non sapete fare, ogni anno”. Buone Feste.

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