Ugo Riccarelli e Alice Munro: segni indelebili nella letteratura

Ammettiamolo: a Natale regalare un libro è sempre cosa buona e giusta. La quantità di titoli infinita può però porre di fronte a un dilemma insolubile: quale libro? Vado sui classici della letteratura russa, o sui modernisti inglesi o, meglio ancora i Naturalisti francesi? Qui entrano in gioco altrettante infinite strategie più o meno efficaci. Cercare le trame di tutte le ultime uscite sperando che salti all’occhio quell’unica, perfetta frase che mi fa esultare: “Sì, è questo il libro perfetto da regalare!“. Oppure affidarsi alla saggezza delle classifiche dei libri più venduti dai vari store on-line di cui è piena la rete: sicuramente con i primi in classifica non si sbaglia.

L’ennesima via di fuga è interrogare il web per scoprire quali testi e quali autori hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti culturali. Premio Nobel per la Letteratura, Premio Strega, Premio Campiello e Premio Bancarella sono le tracce per ricordare il 2013 anche dal punto di vista culturale.

Ad Alice Munro è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2013 per essere “maestra del racconto breve contemporaneo“. La scrittrice canadese è autrice di alcune raccolte di racconti, come La Danza delle Ombre Felici (Dance of the Happy Shades) del 1968, tradotto in italiano soltanto nel 1994; Chi ti Credi di Essere (Who Do You Think You Are?) del 1995; Le Lune di Giove pubblicato da Einaudi nel 2008.

La figura femminile in ogni momento dell’esistenza è la protagonista delle tematiche affrontate nelle sue storie. La vita di giovani ragazze nella difficile fase adolescenziale diventa quella delle donne che affrontano la solitudine, il divorzio e l’anzianità con un denominatore comune: la delicatezza con cui la scrittrice delinea le loro esistenze attraverso l’introspezione psicologica che hanno valso ad Alice Munro l’epiteto di «Cechov canadese».

Il Premio Bancarella è l’unico premio letterario gestito esclusivamente dai librai. I libri vengono scelti sia per il loro valore letterario che per la loro possibilità di vendita, riconoscendo così ai librai un importante ruolo di tramite tra il lettore e lo scrittore. Nato nel 1953, ha una storia che trae le sue origini da una lunga tradizione di librai ambulanti della Lunigiana. Un mestiere che si è tramandato di generazione in generazione nelle famiglie di librai, che hanno contribuito alla diffusione, anche tra i ceti più poveri, dei libri, riposti nelle gerle di vimini che portavano a spalla.

È “Ti prego lasciati odiare” di Anna Premoli l’opera vincitrice della 61esima edizione Premio Bancarella, scelto dalla Giuria di 200 librai. Pubblicato in formato e-book dal marito dell’autrice ha ottenuto un successo dilagante in rete, suscitando l’interesse della casa editrice Newton Compton, che ne ha acquistato i diritti. Una storia di rivalità e d’amore tra il ricco economista Ian e Jennifer, brillante avvocato fiscalista. Dopo anni trascorsi a farsi la guerra, i due sono costretti un giorno a lavorare insieme, dando inizio alla loro fiaba moderna.

A vincere il Premio Strega, invece, quest’anno è stato Walter Siti con “Resistere non serve a niente“, romanzo che tratteggia con stile mimetico i volti della cosiddetta “zona grigia” tra criminalità e finanza in cui le dinamiche della contemporaneità sono inevitabilmente asservite al denaro che comanda e deforma i valori trasformando il corpo in moneta e la violenza in vantaggio commerciale.

A ritirare il Premio Campiello 2013 è stata la moglie di Ugo Riccarelli, scomparso prima di poter ricevere il riconoscimento. Lo scrittore ha vinto con “L’amore graffia il mondo“. Un romanzo sulle donne, per le donne, che vivono nella figura di Signorina, figlia e madre nel secolo della guerra e delle rinunce. Una donna che ha coraggiosamente lottato dimostrandosi più forte delle proprie fragilità “appagata perché il suo amore era riuscito a risolvere tutte le difficoltà e a tenere insieme il mondo“. “Sono orgogliosa di essere qui per lui e per tutte le donne che Signorina rappresenta“, aveva detto commossa Roberta Bertone. Una figura indimenticabile, specchio delle tante donne che ogni giorno come guerriere silenziose rinunciano a se stesse per abnegazione e per amore.

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