A Baghdad Natale di sangue

Natale di sangue a Baghdad, dove la violenza non sembra voler concedere tregua. Nel quartiere di Dora, alla periferia meridionale della capitale irachena, due bombe sono esplose provocando 35 morti e 56 feriti. Teatro dell’ennesima strage è stato il mercato di Athorien, collocato in un’area che ospita anche una numerosa comunità cristiana. Al momento non si registrano rivendicazioni.

Inizialmente, in base a quanto riferito da fonti anonime della polizia, il drammatico evento pareva aver assunto i contorni di un attacco a sfondo religioso. L’autobomba sembrava esplosa alla fine della messa natalizia, tra i fedeli che uscivano dalla chiesa. Ci ha poi pensato il vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, monsignor Shlemon Warduni, a smentire: “L’attacco non era rivolto ai cristiani. È avvenuto nel giorno di Natale, ma non perché è Natale. Non dobbiamo mescolare le due cose”.

A partire dal 2003, anno della caduta del regime di Saddam Hussein, l’Iraq è stato incessantemente martoriato dalla violenza e dagli attentati terroristici, che ostacolano fortemente i tentativi di pacificazione in quella che continua a essere una delle zone più calde del pianeta. La strage di Dora si verifica in un momento molto delicato. Proprio in questa fase, infatti, le forze di sicurezza governative stanno conducendo un’importante offensiva contro i terroristi nel deserto a ovest del Paese.

Da cinque anni, inoltre, un gruppo di guerriglieri sunniti affiliati ad Al Quaeda ha di fatto dichiarato guerra all’esecutivo sciita guidato dal premier Nurial-Maliki. Sono sempre i luoghi affollati, come caffè, mercati o moschee, gli obiettivi privilegiati di questa strategia di sangue che miete ogni anno migliaia di vittime. Secondo i dati dell’agenzia Afp, il 2013 è stato in assoluto l’anno peggiore, con oltre 6650 persone che hanno perso la vita.

Tutt’altro che infrequenti gli attacchi di natura religiosa diretti verso la minoranza cristiana. L’episodio più grave nel 2010, quando un commando di uomini armati sequestrò i fedeli che partecipavano a una messa nella chiesa siro-ortodossa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, a Baghdad. Nel blitz che seguì rimasero uccisi 46 ostaggi, sette terroristi e altrettanti agenti della polizia irachena.

Una scia interminabile di brutalità ed efferatezze che ha lasciato il segno. I numeri sono drammatici: in dieci anni la popolazione cristiana in Iraq è drasticamente diminuita, passando dal milione e mezzo del 2003 al mezzo milione di oggi.

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