Walter Chappell ‘Eternal Impermanence’ in mostra a Modena

“Walter Chappell. Eternal Impermanence” sarà ospitata dal 13 settembre al 2 febbraio dalla Fondazione Fotografia Modena situata nell’ex ospedale Sant’Agostino in Largo Porta Sant’Agostino, 228.

La mostra propone oltre centocinquanta opere del fotografo ritenuto una delle figure più importanti della fotografia americana del XX secolo: Walter Chappell (1925-2000, Portland-Oregon) si avvicina alla fotografia nei primi anni ’40, dopo aver incontrato il maestro americano Minor Martin White.
Un incontro decisionale nella vita di Walter Chappell che, diventando amico e assistente dell’illustre maestro, ne porterà per sempre con sé l’idea che la fotografia sia un espressione interiore del fotografo, in continua competizione tra le forze della vita interiore e quelle del mondo che ci circonda.

Un mondo del quale Chappell è sempre stato fortemente affascinato: nelle sue fotografie si percepisce un contatto con la natura primitivo e quasi mistico. I soggetti principali dei suoi scatti sono la natura, il corpo umano, e la natura e il corpo umano insieme. Insieme in un contatto che appare viscerale e che rimanda all’origine della vita.

Complice un’infanzia trascorsa a piedi nudi in una riserva indiana, uno spirito nomade che l’ha condotto in una vita immersa nella natura tra il New Messico, la California, e le Hawaii, e un forte spirito di andare controcorrente, i lavori di Walter Chappell hanno conosciuto numerosi conflitti di idee e censure nel corso degli anni.

Chappell, infatti, scrisse anche un libro che però non venne mai pubblicato.
Oggi, “World of Flesch”, nella sua versione originale del 1966, sarà il centro filosofico della mostra di Modena in cui sabato alle ore 18.00 p.m è previsto l’incontro con due dei sei figli di Walter, giunti appositamente in Italia per raccontare il vissuto di un uomo che ha tradotto in arte l’incontro tra l’uomo e la natura.

Impostazioni privacy