Repubblica Centrafricana, bambini decapitati e mutilati

L’orrore della guerra e la violenza cieca che sta infuriando nella Repubblica Centrafricana non risparmia nemmeno i bambini. Il bilancio provvisorio è di 1.000 morti e circa 400.000 dispersi. Ma si è anche scoperto che in questa guerra, a subire vendette sono proprio i bambini arruolati come soldati, a cui viene tagliata la testa.

Souleymane Diabate, rappresentante dell’Unicef nello Stato africano, ha dichiarato di aver raccolto testimonianze senza precedenti circa il livello raggiunto dalla violenza sui bambini e che sempre più bambini vengono reclutati in gruppi armati, e sono anche stati direttamente presi di mira in vendette atroci. Gli attacchi mirati contro i bambini sono una violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e devono cessare immediatamente.

I numeri parlano chiaro e sono raccapriccianti: secondo i dati in possesso e verificati dall’Unicef ​​e i suoi partner sarebbero 16 i bambini uccisi e 60 quelli feriti. Inoltre già nel mese di novembre, l’ONU aveva avvertito che il numero dei bambini soldato nella ex colonia francese era più che raddoppiato arrivando a contare fino a 6.000 bambini reclutati dallo scoppio del conflitto, il 5 dicembre.

Il rappresentante dell’Agenzia dell’Onu per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha anche affermato che i componenti delle milizie dovranno rendere conto delle misure adottate per assicurare la doverosa tutela nei confronti dei minori. È necessario chiarire da chi sono partite le direttive sull’arruolamento dei bambini e chi ha dato ordine o autorizzazione a coinvolgere i più piccoli anche nelle vendette. Tutto con lo scopo di trasmette in modo chiaro e inequivocabile che i bambini vanno lasciati fuori dalle violenze.

Punto fondamentale è il rilascio immediato dei bambini associati con forze o gruppi armati e la loro protezione da rappresaglie attraverso la creazione di centri di transito per il rilascio e il reintegro dei bambini, che devono anche essere protetti dagli attacchi.
Ma bisogna anche proibire attacchi contro personale sanitario e insegnanti e l’utilizzo di spazi civili come scuole o ospedali per scopi militari.

Permettere un passaggio sicuro e senza ostacoli all’assistenza umanitaria imparziale è il primo passo, dato che circa 370.000 persone – quasi la metà della popolazione di Bangui – sono state sfollate in una dozzina di campi attorno alla capitale nelle ultime tre settimane. Mentre circa 785.000 persone sono state sfollate internamente in tutto il paese dallo scoppio delle violenze, oltre un anno fa.

Stando a quanto riportato da La Repubblica l’UNICEF sta aumentando gli aiuti alle comunità sfollate con acqua sicura, servizi igienico sanitari, scorte mediche e la costruzione di spazi a misura di bambino.

La causa di tutto questo orrore, come spesso accade, sono gli interessi economici, il controllo delle risorse di cui la Repubblica Centrafricana dispone in grandi quantità: oro, diamanti e uranio nel sottosuolo.

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