Basta con i compiti a casa. Meglio i libri

Se si dovesse stilare una classifica delle motivazioni per cui alla maggior parte dei ragazzi non piace andare a scuola, il dover fare i compiti a casa occuperebbe senz’altro una delle prime posizioni. Già, perché il pensiero e la fatica di dover lavorare anche dopo l’orario scolastico scoraggia e fa venire meno voglia e interesse dei giovani nei confronti dell’istituzione scolastica.

Ma forse ora tutto questo potrebbe cambiare. Grazie a una dichiarazione del Ministro dell’Istruzione Maria Grazia Carrozza, che trova dalla sua parte anche il saggista e pedagogo Maurizio Parodi.

Finché si rimane ai livelli delle prime classi elementari il problema dei compiti a casa non si pone. Ma è a partire già dalla quarta/quinta della stessa scuola che i compiti da fare il pomeriggio cominciano a diventare un problema e un peso. Perché? Perché tolgono spazio e tempo alle attività extra-scolastiche, perché non concedono ai ragazzi nemmeno un momento di relax, perché affaticano ulteriormente la mente nonostante la già pesante mattinata a scuola.

A partire dalle scuole medie, poi, il lavoro pomeridiano diventa un vero e proprio fardello, pesante e opprimente. E, oltre alla mancata voglia di molti studenti di svolgere questo lavoro extra, c’è anche un altro problema: le famiglie. Spesso infatti i genitori non hanno una preparazione sufficiente o il tempo per poter aiutare i propri figli nello svolgimento dei compiti; figli che, quindi, lasciati da soli di fronte a difficoltà e dubbi, nella maggior parte dei casi preferiscono lasciare in sospeso il lavoro. Con il risultato di creare lacune sempre più profonde che vengono poi a galla con insufficienze e corsi di recupero.

E tutto questo non fa che frustare e addolorare i ragazzi, i quali incontrano difficoltà nello svolgere i compiti a casa: non solo vengono rimproverati e penalizzati dagli insegnanti, ma vengono addirittura isolati e guardati con sufficienza dagli altri compagni, animati dalla competizione per i voti scolastici. “Eppure sono proprio questi i ragazzi che avrebbero più bisogno della scuola e che potrebbero trovare in questa un’opportunità di affermazione, affrancamento e promozione”, dice Parodi.

La soluzione al problema dei compiti a casa potrebbe esserci: sostituirli con i libri, che, come sostiene il Ministro, sono cibo per la mente, strumenti di crescita divertenti ed appassionanti oppure, secondo il più radicale Parodi, eliminarli del tutto.

Va però detto che senza compiti a casa probabilmente molti ragazzi non si prenderebbero mai la briga di esercitarsi in autonomia e ripassare le materie svolte durante la mattinata. E comunque -almeno per ora – la sostituzione o completa eliminazione dei tanto odiati e mal sopportati compiti a casa rimane un’idea. E una speranza per tutti i ragazzi che si augurano diventi presto realtà.

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