I videogame sbarcano in Cina, abolito il bando del 2000

Un bando che durava da ormai 14 anni, era il 2000 infatti quando furono proibite le vendite di tutte quelle console e quei giochi di produzione straniera. La cosa paradossale è che molti componenti di device come PS3 e XBOX sono prodotti proprio in cina.

Le motivazioni di questa censura erano dettate dalla natura dei vari giochi, considerati pericolosi perché istigano alla violenza. Sono state già fatte le prime stime e con questa liberalizzazione è previsto per i prossimi mesi un giro di affari intorno ai 14 miliardi di dollari. Una cifra non da poco, se si pensa anche che la Cina è una nazione in forte crescita.

Questa situazione, stando alle prime voci, sembra temporanea e non sappiamo quanto possa durare, quello che è certo però è che le grandi case non si lasceranno certo scappare l’occasione di guadagno. Ad essere precisi le console delle tre big (Sony, Microsoft e Nintendo) erano disponibili in Cina da tempo, dovevano però passare per “canali alternativi“, generando come rivela il City un grosso giro di contrabbando. Da adesso invece le vendite saranno gestite dalle aziende in prima persona, un piccolo particolare che vedrà decollare incassi e profitti.

Va fatto presente però che la situazione comunque non è così semplice, potranno essere vendute infatti tutte quelle console prodotte nella “free trade zone”, istituita a Shanghai lo scorso anno dal Governo Cinese. Questo comporterà investimenti non da poco per tutti quelli che si approcceranno a questo mercato, che vanta comunque ottime prospettive.

A storcere un po’ il naso sono le “ditte di casa”, come la Lenovo, che fino ad oggi erano state padrone indiscusse dei mercati cinesi, e che ora dovranno tener testa a una concorrenza sfrenata.

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