Il Padel conquista l’Italia dopo il successo in Argentina e Spagna

Troppo piccolo per il Tennis, senza tetto per lo Squash, è pronto a conquistare anche l’Italia il Padel, dopo aver fatto proseliti ovunque in Argentina e Spagna, annoverando fra i suoi praticanti ex tennisti del calibro di Gabriela Sabatini, Conchita Martinez, Aranxta Sanchez Vicario, da Guillermo Vilas a José Luis Clerc, Manolo Santana, Paolo Canè, Omar Camporese, e altri. Da Maradona a Batistuta. Ma anche Placido Domingo, José Maria Aznar, George Bush, Tom Jones, Julio Iglesias o il Principe Alberto. “Perché nel Padel non ci sono distinzioni. In campo sono tutti uguali, due contro due. Con la stessa voglia, non di sopravvivere, ma di vincere la partita”, ricorda Sebastiano Sorisio, maestro professionista e fondatore della Rpa (Roma Padel Academy).

Il nome di questa nuova disciplina sportiva si deve ad una storpiatura del termine inglese Paddle, pagaia, trasformato in una nuova parola che, nessuno si disturbi a cercarla sul vocabolario, tanto non significa nulla. E se è vero che errore chiama errore, le origini del Padel si devono ad un secondo errore, questa volta di valutazione. Negli anni ‘70 in Messico, un cittadino della Messico-bene osservò lo spazio disponibile nella sua residenza e decise, su due piedi, di costruirsi il proprio campo privato di tennis. Evidentemente questo signorotto non era avvezzo alle unità di misure e si rese conto, strada facendo, che lo spazio a disposizione non era sufficiente per il suo intento, in quanto i confini del rettangolo risultarono troppo vicini ad alcune strutture in muratura. Invece di ammettere il proprio errore, pensò bene di completare l’opera e, visto che c’era, piegare le regole del tennis a proprio uso e consumo. Lasciò che la palla non potesse più uscire dal campo, fece in modo che restasse in perenne movimento. Et voilà il Padel “che non è un tennis in miniatura, è un’altra cosa. E’ un gioco dove la palla non muore mai”, spiega ancora Sorisio. “La prima volta che ho giocato non la dimenticherò mai. Il suono della racchetta che ha toccato la palla. La precisione, le possibilità, la potenza. Non è tennis, è un’altra cosa. Del tennis ha l’eleganza ma una diversa velocità”.

Di strada dalla tenuta messicana, il Padel ne ha percorsa tanta, attraversando l’oceano Atlantico e planando sulla Spagna dove ha ottenuto subito risonanza e visibilità. In un hotel di Marbella, il principe Hohanlohe copiò infatti il suo amico e fece costruire un campo con le stesse caratteristiche murate. Gli ospiti iniziarono a imparare le nuove regole e innamorati portarono il Padel fuori dall’albergo a diffondersi. In Argentina i giocatori sono ormai qualche milione, ma questo sport si sta diffondendo anche in Francia, Brasile e negli Stati Uniti. In Italia la Federazione Italiana Gioco Paddle è nata nel 1991. Dal 2008 è sport riconosciuto dal Coni, che ha inserito il settore Paddle nell’ambito della Federazione Italiana Tennis.

A pensarla come Sorisio, nel mondo, sono 6,5 milioni di giocatori. “Ma i numeri non servono a spiegarlo, bisogna provare”, conclude Sorisio che ha fondato un’accademia usando il nome latinoamericano, Padel, la Rpa. “Perché non si confonda con il paddle tennis. E perché il mio maestro è argentino, Horacio Alvarez Clementi. Lui è l’essenza del Padel, un guru 4 volte campione del mondo, allenatore nazionale e dei top ten professionisti. Ha circa 50 anni ed è un esempio di modi e stile nell’eseguire e spiegare i colpi”.

Negli Stati Uniti dopo il Texas dove esistono 3 centri, e la Florida, 2 centri, la California ha inaugurato a settembre il primo campo di Padel. A Los Angeles, all’interno del South End Raquet Club, un circolo dove si praticano altri sport di racchetta tra i quali il paddle tennis, una via di mezzo tra tennis e Padel. La federazione esiste già con tanto di sito ufficiale già online. Ed è già partita la conquista di New York per la definitiva consacrazione.

In Italia si stanno recuperando posizione. Si può giocare a Bologna e soprattutto a Roma al circolo Due Ponti (un campo), Le Molette (un campo), Circolo Canottieri Roma (un campo), Circolo Aniene (un campo), il Paddleur (un campo), il Paddle Tennis Club e Flaminia Paddle Center (due campi). Durante gli Internazionali di Tennis c’è anche il campo dimostrativo al Foro Italico, dove si gioca anche un torneo internazionale di Padel. Oltre alla Capitale, è possibile giocare a Udine, Trento, Vicenza, Milano, Novara, Bologna, Ravenna, Rimini, Pescara, Chieti, Bari, Brindisi, Taranto, Caltanissetta e Cagliari, e alcune di queste città sono già inserite nel Circuito nazionale.

Le regole sono di base quelle del tennis. La racchetta è una pagaia solida e forata per essere più leggera, lunga non più di 45,50 centimetri, mentre le palle, secondo la consistenza e le dimensioni approvate dalla FIGP, sono le stesse del tennis. Gioco di doppio, ha un punteggio uguale a quello del tennis. Le due metà campo sono divise da una rete. Il giocatore che serve è in posizione diagonalmente opposta all’area di battuta dell’avversario e deve far rimbalzare la palla sul pavimento prima di colpirla. La palla non può toccare al volo le pareti del campo avversario, la maglia metallica, né può rimbalzare due volte sul pavimento. I giocatori possono respingerla di volèe e hanno anche la possibilità di colpire le pareti del proprio campo e far sì che questa dopo passi sopra della rete verso il campo avversario.

Il campo non supera i 20 metri di lunghezza e i 10 di larghezza. Diviso da una rete, ha in ognuno dei lati di fondo una parete a forma di U, creata da un frontone posteriore e da due mezzi muri laterali e di cristallo o di altro materiale trasparente che consenta la visione di gioco e permetta che la palla rimbalzi in maniera regolare e uniforme. Un telo o una maglia metallica chiudono i lati scoperti per racchiudere il campo completamente. Almeno in uno dei laterali ci sono due porte o aperture, di 2 metri di altezza e 90 centimetri di larghezza. Il pavimento è di cemento, di materiale sintetico o altro, secondo le norme accettate dalla Commissione Tecnica Federale.

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