Il drone e il suo lavoro nella società

In alcuni paesi del mondo sono sinonimo di guerra e paura, nel mondo occidentalizzato però i droni stanno subendo un escalation dal loro “passato militare”, venendo impiegati sempre di più in svariati settori alternativi.

I droni o APR, aeromobile a pilotaggio remoto, sono velivoli tecnologicamente avanzati privi di piloti a bordo e la loro traiettoria viene controllata in remoto, anche a notevole distanza. Nascono in ambito militare anche se vengono impiegati in svariate applicazioni civili come quelle messe in atto da gruppi di soccorso (prevenzione, ricerca, prelevamento) o di monitoraggio ambientale.

Il primo modello fu realizzato nel lontano 1849 dall’esercito austriaco che tentò di attaccare Venezia attraverso l’utilizzo di palloni carichi di esplosivo, lanciati appunto a distanza. In quel caso l’esperimento non ebbe il risultato sperato dato che il vento sospinse la maggior parte dei palloni direttamente in acqua impedendo la riuscita del piano.

Oggi nel loro impiego più commerciale, più “consumer”, sono guidati da telecomandi tecnologicamente avanzati direttamente da terra. In Italia si è iniziato ad usare degli Ar Drone di Parrot in agricoltura, comandati attraverso smartphone, precisamente nel Precision Farming (agricoltura di precisione). TeamDev, software house umbra, ha deciso in questi ultimi anni di puntare all’innovazione, investendo nello sviluppo di soluzioni GIS (Geographic Information System) unite alle innovazioni nel campo dei droni.

La decisione è basata sulla forte convinzione che le nuove tecnologie possano dare un reale contributo sia allo studio che allo sviluppo del territorio, passando per la prevenzione di calamità naturali. Basti pensare che alcuni paesi asiatici addirittura impiegano alcuni minidroni per la sorveglianza dei parchi naturali, mentre in Francia la polizia ne ha studiato l’uso in funzione de controlli antisommossa.
Così l’azienda ha creato il progetto “GEOCARE” in collaborazione con l’Istituto Agrario “Ciuffelli-Einaudi” di Todi per promuovere appunto la ricerca sperimentale ma anche la formazione sull’uso di strumenti innovativi per il Precision Farming.

Non è finita qui però.
Domino’s Pizza, il famoso franchising, propone DomiCopter, un drone con otto motori che, da un ritrovato significato della parola fast food, o “ottocottero”, si librerà in volo consegnando pizze ancora bollenti ai clienti affamati. La giusta temperatura del cibo sarà garantita da borse termiche.

Dal Nord Europa, precisamente dal Belgio, invece arriva un impiego “scolastico”: (l’odiata) idea consiste nel sorvegliare gli studenti durante varie attività, come ad esempio durante gli esami. Addio, quindi, a bigliettini, cellulari e orologi… tra poco copiare sarà impossibile.

Altri invece come Amazon vorrebbero dire addio ai fattorini per le consegne, impiegando direttamente i droni, per un delivery veloce e preciso. La notizia sembrerebbe una bufala dato che in alcuni paesi sarà impossibile avere le corrette autorizzazioni di volo, ma Jeff Bezos, CEO di Amazon, ha già varato il primo piano, ora in stato avanzato di esecuzione.

Innanzitutto va specificato che i piccoli droni, non saranno in grado di sostituire completamente i dipendenti dato che questi elicotteri telecomandati potranno essere capaci di consegnare soltanto pacchi fino ai 2,5 chilogrammi, ed entro un raggio di circa 16 chilometri, dal deposito Amazon all’indirizzo di recapito.

In altre parole, almeno per adesso, per i pacchi più pesanti l’intervento umano sarà ancora indispensabile.

Al piano manca, però, ancora un dettaglio indispensabile: la certificazione e l’autorizzazione al volo da parte della severa Federal Aviation Administration, la quale ha già confermato che i mini-droni avranno a disposizione solo pochi, precisi e limitatissimi corridoi di volo e naturalmente avranno confini diversi da paese a paese. Per esempio ottenere il permesso in Germania potrebbe risultare impossibile per la società inglese: l’autorità tedesca per la sicurezza del volo ha infatti norme durissime.

Speriamo solo che l’impiego di tecnologie avanzate possa in parte, se non del tutto, limitare gli errori di consegna, come nel caso del curioso caso di Seth Horvitz che nel 2013 ha vinto il premio per il pacco più bizzarro consegnato per errore.
A causa di uno scambio tra i corrieri della UPS Horvitz, di Washington D.C., ha visto consegnarsi al posto della TV LED da 32” ordinata su Amazon…un SigSauer716, un fucile da assalto per soldati addestrati, un’arma potente, pericolosa e illegale da detenere per i civili. Dopo aver chiamato la polizia locale l’arma è stata confiscata e riconsegnata al giusto compratore. Un piccolo errore per una grande conseguenza.

Maggiori informazioni sui Droni potete trovarli su droniedroni.it

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