Immigrazione, sì del senato all’abrogazione del reato di clandestinità

Un passo avanti dal punto di vista formale. Ieri il Senato della Repubblica ha approvato la mozione che abolisce il reato di clandestinità, ossia quella norma che vedeva i clandestini penalmente inquisiti.

La si può definire una specificazione di ciò che già era scritto nel Diritto sull’immigrazione nel nostro Paese, in pratica infatti nella mozione presentata veniva esposto dettagliatamente quello che conteneva la legge precedente. L’unico cambiamento risiede nel fatto che, se prima i clandestini che approdavano sulle coste italiane per la prima volta venivano automaticamente sottoposti a processo penale e poi allontanati, ora solamente i recidivi subiranno il processo, mentre quelli “della prima volta” saranno solamente rimpatriati. Naturalmente restano le condizioni che servono agli ufficiali preposti a stabilire se chi arriva da noi sia un rifugiato e vada quindi comunque ospitato.

In pratica si torna ai tempi del “pre Bossi-Fini”, quando la clandestinità veniva classificata come illecito amministrativo. Nelle aule senatorie è servita particolare attenzione a proporre il tema poiché, è bastato accennarlo la scorsa settimana per scatenare l’ostruzionismo della Lega Nord; con la nuova spiegazione della proposta la mozione è invece passata con 182 sì, 16 no e 7 astensioni.

Le precisazioni sono dunque state d’obbligo da una parte per ammansire lo zoccolo duro della Lega e dall’altra per trovare un compromesso che facesse concordare le diverse visioni di Partito Democratico e Nuovo Centro Destra. Infatti se il centrosinistra concentrava i suoi sforzi politici esclusivamente sulla depenalizzazione, dai celesti liberali si insisteva perché non ci si comportasse con troppo lassismo, soprattutto verso quelle persone che si presentano più di una volta nei centri di prima accoglienza. Rimane dunque obbligatoria per tutti la visita in questura e l’identificazione.

Il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri ha inoltre sottolineato il fatto che in sostanza questa manovra consiste in una depenalizzazione da una parte, ma dall’altra assicura la tolleranza zero per i recidivi. Nessun cambiamento radicale quindi per le politiche sull’immigrazione del nostro paese, solo una rettifica che però è insolitamente riuscita a mettere d’accordo tutti.

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