Mirco Bergamasco e l’ovale azzurro, la rinascita di un campione

Centottantuno centimetri per novantadue chilogrammi, più di 160 presenze collezionate tra Petrarca Padova, nel campionato italiano di Eccellenza, Stade Français e Racing Metrò, nella massima serie francese. 89 caps con la nazionale maggiore in cui ha totalizzato 17 mete e 61 punti al piede. Capelli d’angelo che fanno da cornice ad un viso che porta i segni dell’inferno della battaglia nei campi più prestigiosi d’Europa. Numeri e descrizioni alla quale corrisponde Mirco Bergamasco, “Uno dei trequarti più forte e con più esperienza d’Europa” come lo ha definito il Ct dell’ItalRugby, Jacques Brunel, ed icona dell’ovale azzurro insieme al fratello Mauro.

È il 24 novembre 2012, a Firenze si svolge il test match autunnale tra Italia ed Australia. Gli azzurri sono sotto di soli sei punti con ancora mezz’ora a disposizione trovandosi ad attaccare a ridosso della linea dei “cinque” avversaria. Orquera offre un invitante pallone al biondo padovano che, però, sbatte sul muro giallo dei Wallabies costringendo il suo ginocchio sinistro ad una torsione innaturale: la diagnosi è feroce, frattura scomposta della rotula, 5 mesi di stop.

Ma il rugby è uno sport che abitua gli uomini alla sofferenza, creando l’attitudine a trasformare il dolore in opportunità di crescita. Dopo i mesi di riabilitazione Mirco lascia il Racing Metrò e torna in Italia, a Rovigo: “La città dove si sono innamorati i miei genitori” dice. Nella stagione 2013/14 Bergamasco colleziona 12 presenze realizzando 4 mete e 34 punti al piede dimostrando una qualità superiore al resto dell’Eccellenza italiana. Le prestazioni superlative del trequarti del Rovigo non sono passate inosservate dal commissario tecnico azzurro Brunel che ad un anno e mezzo dal terribile infortunio decide di richiamare Mirco nella nazionale maggiore in occasione del Sei Nazioni 2014, ricreando l’inossidabile binomio Mauro e Mirco Bergamasco.

Bloglive ha incontrato Mirco Bergamasco a margine della conferenza stampa di presentazione del RBS Sei Nazioni 2014 raccogliendo le dichiarazioni dell’ala azzurra.

Il grande ritorno in nazionale ad un anno e mezzo circa dall’infortunio. Come ti senti?

Mi sento molto bene, sono stato molto contento di aver ricevuto questa convocazione. Sono rientrato nel gruppo e spero un po’ alla volta di avere la possibilità di giocare. Dipenderà poi sempre da me e da quello che darò in campo. Insomma è una soddisfazione, ritrovare gli amici, ritrovare questo gruppo molto affiatato e soprattutto molto talentuoso: ci sono molti giovani talenti che hanno già dimostrato di essere presenti. C’è una bella concorrenza, ciò che poi fa salire il livello.

Jacques Brunel ti ha definito come uno dei migliori e dei più esperti trequarti d’Europa…

Sicuramente mi lusinga. Dovrò dimostrare la verità in campo, sarà il campo a parlare. Il lavoro c’è, anche la voglia.

Quanto ti è mancato tuo fratello in nazionale?

È sicuramente una soddisfazione vestire questa maglia, ancora di più affianco a mio fratello. È stato un periodo particolare per tutti e due. La vita del rugbista è questa, bisogna saper superare anche i momenti più difficili. Penso che a questo livello, mentalmente, siamo molto forti. La voglia c’è, è importante che rimanga il piacere di giocare.

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