Stamina, l’Aifa accusa: “Regressione della medicina che fa inorridire”

“È una cosa che avveniva 150 anni fa, è una regressione della medicina che fa inorridire e pensare che accada in Italia deve essere motivo di riflessione. Sono cose che, con tutto il rispetto, si fanno in Thailandia, Cina, Vietnam, Messico, dove non c’è nessuna regolamentazione. Nel resto del mondo la legge impedisce che accadano queste cose”. Così Luca Pani, direttore dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), davanti alla commissione Igiene e Sanità del Senato riunita per l’indagine conoscitiva sul caso Stamina.

Sotto accusa le iniezioni effettuate presso gli Spedali Civili di Brescia e documentate dalle cartelle cliniche. “Tra le diverse infusioni è trascorso vario tempo, di alcuni pazienti non abbiamo più notizie, nelle cartelle ci sono dati oscurati, in molti casi i pazienti non si sono sottoposti alle valutazioni dei medici di Brescia e anche qui manca, dunque, il follow up. Andrà accertato se questa confusione è stata creata volontariamente per impedirci di trarre conclusioni”, ha detto Pani.

A rincarare la dose ci ha pensato Cosimo Piccinno, generale dei Nas (il Nucleo antisofisticazione dei carabinieri): “Mi corre l’obbligo di segnalare che sono in corso accertamenti amministrativi che potrebbero evolvere in atti di Polizia giudiziaria su altri casi di infusioni di cellule staminali al di fuori delle regole, con rischi per la salute pubblica”. Piccinno ha poi richiamato l’attenzione sulle minacce rivolte a coloro che “avrebbero potuto votare contro gli emendamenti finalizzati alla prosecuzione dei trattamenti con metodo Stamina”, pervenute attraverso “messaggi via e-mail”. Minacce che, ha concluso il generale, sono state segnalate all’autorità giudiziaria.

Una netta chiusura nei confronti di Stamina arriva anche dall’Associazione Luca Coscioni, che si batte per la libertà di ricerca scientifica. “La vicenda Stamina è durata anche troppo” ribadisce il segretario Filomena Gallo, che aggiunge: “Si tratta di uno scandalo a cui occorre porre fine immediatamente per evitare che chiunque possa all’improvviso inoculare l’olio di serpente. Sconsolato Marino Andolina, vicepresidente della Stamina Foundation: “Oggi alla commissione Sanità del Senato Aifa e Nas ci distruggono. Si parla dei fallimenti delle terapie, negando i risultati. Se la Commissione non accetta di parlare anche con le famiglie, siamo finiti”.

Intanto a Brescia è caos. Nove medici degli Spedali Civili hanno annunciato che proseguiranno le cure solo se autorizzati dall’autorità giudiziaria e i genitori dei piccoli malati sono furiosi. La vita dei nostri bambini è a rischio”, denunciano. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha assicurato che la relazione sull’ispezione all’azienda ospedaliera bresciana sarà sottoposta oggi al ministro della Salute.

Beatrice Lorenzin ha parlato ieri da Torino: “Casi simili a Stamina possono nascere ogni giorno” , ha affermato. “Dobbiamo costruire dei sistemi di difesa del servizio sanitario nazionale dove il metodo scientifico e il rigore siano riconosciuti da tutti, per rafforzare le istituzioni mediche, che devono avere l’ultima parola”.

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