La meglio gioventù: Roma patria di baby talenti

In Italia la disoccupazione giovanile è alle stelle; la crisi mai risolta ha intaccato il settore lavorativo, e a farne le spese sono i ragazzi impossibilitati a crearsi un’esperienza valida per il futuro. Sì, ma andate a dirlo a Walter Sabatini.

Coniando la felice espressione di stampo Pasolini in termini romanacci, è questo che Sabatini ha portato a Roma. Una gioventù, la mejo anzi, sradicata dai grandi club che possedevano innesti pronti a sbocciare. La società ha ragionato da grande squadra, e la massiccia plusvalenza maturata questa estate è stata investita per inserire pezzi in un prezioso mosaico quale è il futuro. Nianggolan e Bastos erano quelli che servivano, i necessari che Garcia aveva richiesto; tappate le ultime falle e con più di metà mercato a disposizione, la dirigenza si è rimboccata le maniche ed è partita per un giro intorno al mondo in meno di 30 giorni. Con Sabatini nei panni di Phileas Fogg, la ciurma di osservatori è tornata in patria con un bel bottino pieno.

Dopo Nainggolan (il classe ’88 fa la figura del vecchietto) il primo colpo è stato Leandro Paredes, San Justo, 1994. La saetta o il piccolo Zidane, chiamatelo come volete. La stoffa del campione gli rimarrà indifferentemente dal nomignolo affibbiatogli. Parcheggiato al Chievo, si spera che Corini gli faccia fare un po’ di esperienza lavorativa. Poi è stata la volta di Toni Sanabria (’96), che di mestiere fa la punta. Fabregas, Messi, Xavi, Iniesta, Piquè, basterebbe citare questi signori per far intendere che chi proviene dalla cantera del Barça ha una buona probabilità di successo.

E che dire di Valmir Berisha, altro ’96, attaccante svedese col passaporto dell’Europa dell’est. È difficile fare il paragone con Ibra per i soli dati anagrafici; forse i 7 gol in 7 partite nel mondiale under-17 sono più utili. Nell’ultimo giorno di mercato, l’avventuroso giramondo Sabatini e il suo staff si sono poi scatenati, mettendo sotto contratto la talentuosa seconda punta Tomas Vestenicky (sempre ’96), l’ala Nemanja Radonjic (che arriverà a Luglio, ovviamente classe ’96), e due giocatori di “esperienza”: il terzino destroPetar Golubovic, mandato in prestito a Novara, ’94, e Vlad Marin, ala del ’95 che ha già alle spalle una carriera nella Lazio, Man City, e Juventus. Senza contare Rafael Toloi (’90), preso per la prima squadra come primo rimpiazzo in difesa.

Di gioventù a Roma ora ce n’è tanta, certo. Ma sarà davvero la mejo? Sabatini ha abituato i tifosi a grandi colpi in prospettiva (Pastore, Marquinhos, tanto per dirne due). Adesso non bisogna fare altro che aspettare.

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