Catania, mercato con il freno a mano tirato

Da una squadra ultima in classifica ci si doveva aspettare sicuramente qualcosa in più, il voto al mercato del Catania é 5,5. Parte benissimo, ad inizio sessione, il club di Pulvirenti che riabbraccia uno dei più talentuosi registi italiani in circolazione, Francesco Lodi. L’acquisto del numero 10 dal Genoa ha ridato speranze ad una piazza delusa per le tante cessioni eccellenti avvenute quest’estate che hanno inevitabilmente compromesso la prima metà di campionato. Ma dopo Lodi il calciomercato del Catania non ha regalato nessun colpo di particolare rilevanza.

Di nomi per gli etnei, in questa sessione invernale, se ne sono fatti tanti: Centuriòn del Genoa non é arrivato per problemi burocratici, poi si é parlato di Piatti del Valencia evidentemente troppo caro, seguito da un ritorno in prestito gratuito di un altro figlio al prodigo, quel Papu Gomez che con le sue giocate aveva fatto innamorare i vulcanici tifosi rossazzurri e che evidentemente sarebbe tornato anche a nuoto pur di fuggire dalla prigione dorata del Metalist. Gli ultimi giocatori accostati al Catania sono stati Rivas e Giannetti, ma niente da fare per nessuno dei sopracitati, gennaio é stato caratterizzato solo da un susseguirsi arrembante di nomi.

Ma l’occasione l’ultimo giorno di mercato é dietro l’angolo. Dopo aver preso il centrocampista Rinaudo dallo Sporting e l’attaccante Fedato dal Bari ed aver ceduto senza troppi rimpianti Tachtsidis al Torino, Guarente al Chievo e Maxi Lopez, che di “maxi” aveva solo l’ingaggio, alla Sampdoria, ecco che nelle ultime ore si presenta l’opportunità di portare Belfodil, fuori dal progetto Inter, alla corte di Maran. Sembrava un’operazione fattibile ed intelligente per entrambe le parti, perché il giocatore avrebbe trovato una piazza calda che l’avrebbe spronato per un suo rilancio, la squadra quell’attaccante di riferimento fondamentale ai fini realizzativi. Ma Belfodil sceglie il Livorno e il Catania rimane a bocca asciutta. Fine dei giochi, fine del mercato.

A conti fatti, l’unico reparto effettivamente corretto é stato il centrocampo, scelta logica viste le carenze qualitative in quel settore del campo, ma probabilmente, per una squadra ultima e con la quasi peggiore differenza reti, qualche colpo in entrata in difesa e in attacco andava chiuso. Adesso tocca al reintegrato Rolando Maran, con gli uomini che ha a disposizione, risalire la china e salvare la squadra.

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