L’Inter agli interisti: nasce l’idea del finanziamento dal basso

Nel mentre della trattativa Vucinic-Guarin le proteste del popolo nerazzurro verso la dirigenza sono state ben riassunte da una frase: l’Inter agli interisti. Ora che Moratti non c’è più, ai tifosi è venuto a mancare un riferimento fondamentale, e le sortite di Thohir non possono bastare a rialzare il livello di fiducia. Inoltre, viste anche le tante scadenze di contratto a giugno 2014, la prospettiva di una rifondazione della squadra è più che mai attuale.

Per cercare di coniugare il benessere economico dell’Inter a quello sportivo e per ridare slancio a un ambiente sfiduciato, ieri è arrivata una proposta davvero importante, che potrebbe offrire nuove prospettive di sviluppo alla società: il finanziamento dei tifosi. L’iniziativa è partita dal professor Enzo Bonora dell’Università di Verona, che ha lanciato l’idea tramite una lettera recapitata a diverse testate giornalistiche. Il cuore nerazzurro del docente ha avuto un ruolo importante nello sviluppo di questo progetto di finanziamento “dal basso”, come si evince dalle dichiarazione raccolte da Panorama.it: “Dopo aver sentito le parole del nuovo presidente ho capito subito che, interessi commerciali a parte, non avrebbe mai potuto amare l’Inter, e di conseguenza soffrire, quanto noi tifosi. Per questo mi sono convinto che sarebbero dovuti essere proprio gli interisti a fare qualcosa per la loro squadra“.

L’azionariato popolare in ambito sportivo

In Europa il sostegno economico dal basso per alcuni club sportivi esiste già, sotto forma di azionariato popolare. I casi più famosi sono sicuramente Real Madrid e Barcellona, le cui quote societarie sono nelle mani di migliaia di soci che hanno il potere di influire sulla gestione societaria, tanto nell’elezione del Presidente quanto in altre questioni (basti pensare al caso di Jordi Cases, socio che ha sollevato il caso relativo al reale costo di Neymar, che ha portato il Presidente Sandro Rosell alle dimissioni).

Nel nostro paese ci sono esempi interessanti: basti pensare alla Nuova Quarto, società del napoletano nota per essere un baluardo nella lotta anticamorra, che ha adottato l’azionariato popolare per essere trasparente verso i propri sostenitori, oppure alla Roma, che ha ceduto il 10% delle proprie quote ad un gruppo di tifosi, riuniti intorno al modello associativo MyROMA, che hanno come obiettivo “la creazione e lo sviluppo di una responsabile e democratica rappresentanza dei sostenitori all’interno del club, che ne consenta un maggiore radicamento all’interno del suo tessuto sociale” (fonte: wikipedia).
Nel basket società gloriose come Cantù e Varese hanno chiesto aiuto ai propri sostenitori per cercare di contrastare il ridimensionamento economico dovuto alla crisi.

L’idea di Bonora si avvicina più al crowdfunding che all’azionariato popolare, come spiega lui stesso:”I tifosi non riceverebbero nessuna partecipazione, e quindi nessun potere nei confronti dell’Inter, indipendentemente dalla somma donata. Allo stesso modo Tohir e soci non sarebbero costretti a operare nessun tipo di scelta in funzione di chi farà la donazione. Per questo dovrebbe essere creata una società “di finanziamento” che per legge potrebbe trasferire il denaro alla società senza pagare tasse sulla donazioni“. Ora che la proposta è stata fatta sta a Thohir decidere se dare davvero spazio ai tifosi nerazzurri, che farebbero di tutto pur di rivedere la propria squadra ai vertici del calcio italiano e mondiale.

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