‘Yves Saint Laurent’: il film biopic dello stilista francese

La moda è oggi affiancata all’idea di arte grazie alle stoffe di stilisti come Yves Saint Laurent.
La sua intraprendenza e genialità hanno caratterizzato gli anni che ha dedicato alla sua unica lotta: quella di vestire la donna.
La pellicola è firmata Jalil Lespert e vanta l’approvazione di Pierre Bergé, compagno di vita nonché di business dello stilista.

“Yves Saint Laurent” il film, ripercorre la vita dello stilista francese.
Dal 1957, anno del suo esordio presso la maison Christian Dior di cui diviene anche erede, ma che poi, in seguito al suo ritorno dalla guerra in Algeria, si vede sostituito da Marc Bohan.
La caparbietà e l’esuberanza di chi dell’arte ne ha fatto un mestiere, però, non hanno fatto sì che Yves abbandonasse i suoi sogni, e all’età di ventisei anni fonda la sua casa di moda con il supporto del suo amato Perre Bergé.

“La moda non è arte, ma ha bisogno di un artista per esistere.” – diceva Yves.

Da qui in avanti la sua carriera è stata un susseguirsi di successi e collezioni innovative.
Le linee delle sue collezioni vengono ad essere influenzate da Mondrian, da cui il celebre abito Mondrian che appare anche nella pellicola.
Fu il primo a portare la mascolinità negli abiti femminili: inventando anche la sahariana che viene ripresa ne’ “Il Thè nel deserto” di Bernardo Bertolucci.

Gli abiti di Yves Saint Laurent ruotavano tutti attorno ad un unica parola chiave: l’irriverenza.
Egli infatti ha sempre focalizzato la sua attenzione ai fenomeni di strada, portando nelle vetrine di alta moda, attraverso stoffe, linee e colori, per la prima volta, quella che era la richiesta che proveniva dalla strada e non viceversa: fino a prima, l’alta moda imponeva stili che, poi, venivano indossati tra le strade diventando tendenza.

Si potrà conoscere anche il lato più debole di questo stilista d’impatto.
Non mancano, infatti, le vicende riguardanti la forte depressione che lo ha accompagnato nella sua vita, gli attacchi di panico, gli esaurimenti nervosi, il tutto esasperato dal consumo di droga.
Una costante nella sua vita è il continuo richiamo all’arte: insieme al suo compagno Bergé raccolse una collezione di circa settecento opere d’arte con particolare attenzione verso opere di Picasso, Matisse, Mondrian, Lèger, e Goya.

Yves Saint Laurent muore nel 2008, e, ad oggi, anche il suo marchio di fabrica non porta più l’iniziale del suo nome.
Alla produzione del film, uscito nelle sale francesi l’8 gennaio, è stato concesso libero accesso all’intera collezione della maison, portando così in scena gli abiti originali.
“Yves Saint Laurent”, Berlinale 2014, giungerà nelle sale italiane all’inizio di quest’anno.

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[Credit Photo: agnautacouture.com]

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