Cuore e grinta, il calcio secondo Sinisa Mihajlovic

Per alcuni è uno dei migliori giovani allenatori in circolazione, c’è persino chi lo paragona a Boskov – suo vecchio tecnico -, ma per ora Sinisa Mihajlovic vola basso. Con lui la Sampdoria nelle ultime undici giornate ha conquistato 19 punti e sarebbe quinta in classifica, insieme a Roma e Napoli. Cinque vittorie, quattro pareggi e solo due sconfitte, di cui una a Torino contro la Juventus, interpretando un calcio propositivo e di qualità e facendo sudare la capolista.

Il Sinisa allenatore. Dopo un’ottima carriera da calciatore, in cui ha vinto 3 Supercoppe Italiane, 2 scudetti – con Lazio e Inter – e anche 1 Coppa dei Campioni con la Stella Rossa, Sinisa Mihajlovic nell’estate del 2006 inizia da allenatore in seconda nell’Inter di Mancini. Rimane all’Inter fino al 2008, vincendo 2 campionati e 1 Supercoppa Italiana. Dopo l’esperienza all’Inter, ecco che arriva la chiamata dal Bologna: è il novembre del 2008, Sinisa deve sostituire l’esonerato Arrigoni. Non è un’inzio facile per l’ex Re delle punizioni, e dopo una serie di pareggi e qualche sconfitta viene esonerato poco prima della fine del campionato.
Sempre in quell’anno, a dicembre, lo chiama il Catania per sostiuire Atzori. Chiamato ancora una volta a togliere le castagne dal fuoco, sembra un’altra stagione difficile per Sinisa, che però fa un ottimo lavoro e porta il Catania a 45 punti, record di punti della squadra siciliana in Serie A. Nonostante ciò, a fine stagione si dimette, e annuncia il suo “salto” alla Fiorentina con cui firma un biennale. Il primo anno non è malaccio, porta la squadra al nono posto, mentre il secondo non inizia affatto bene e dopo tre mesi viene esonerato.
Ecco così che Sinisa decide andare ad allenare all’estero e nella primavera successiva diviene il commissario tecnico della Nazionale Serba. Firma un contratto fino agli Europei del 2016, ma dopo la mancata qualificazione per i Mondiali in Brasile lascia la Nazionale e torna in Italia, nella sua amata Genova, sponda Samp.

«Cuore e palle». È sempre stato uno dalla forte personalità Sinisa Mihajlovic, sia da calciatore che da allenatore. Nelle sue squadre si vede determinazione e grande voglia di giocare un calcio propositivo. È un allenatore che guarda molto l’atteggiamento della sua squadra, oltre alle tattiche da attuare in campo. L’ex bandiera della Sampdoria Moreno Mannini non aveva dubbi sulle sue qualità: «Non avevo dubbi sul valore di Mihajlovic tecnico: Sinisa è un bravissimo allenatore ed ha grandi capacità psicologiche nei confronti dei calciatori», e lo paragona ad un vecchio maestro del calcio italiano: «Dietro la faccia da duro, da cattivo, da quello che vuol far apparire di essere, c’è un buono, un uomo intelligente. Questo è dovuto anche a Boskov, sa bene quanto è importante la psicologia nella testa dei calciatori».

Obiettivo salvezza. «L’obiettivo è la salvezza – ribadisce Mihajlovic dopo la vittoria di domenica scorsa contro il Cagliari il mister -, non abbiamo ancora fatto niente. Sono contento, ma serve mantenere la tensione elevata, perché basta un niente per finire di nuovo nella mischia. Oggi abbiamo lottato e pur non avendo giocato troppo bene lo abbiamo fatto sempre da squadra. E questo è ciò che conta».

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