Staffetta Letta-Renzi, si decide tutto oggi

Letta e Renzi restano fermi nelle proprie posizioni. L’incontro tra i due, che avrebbe dovuto essere risolutore, si è concluso in realtà con un nulla di fatto. Il premier, intenzionato ad andare avanti, presenta un nuovo programma di governo, il segretario del Pd anticipa la direzione del partito a oggi pomeriggio, alle ore 15, in diretta streaming dalla sede di Largo del Nazareno. Dove verrà finalmente chiarito il futuro dell’esecutivo.

Il faccia a faccia si è svolto nella mattinata di ieri, quando Renzi ha raggiunto Palazzo Chigi a bordo di una Smart blu. Ne è uscito un’ora dopo, senza rilasciare dichiarazioni, e si è chiuso in riunione con i fedelissimi. Poi, proprio mentre Letta convocava una conferenza stampa per il tardo pomeriggio, il tweet del sindaco di Firenze: “Leggo tante ricostruzioni sul governo. Quello che devo dire, lo dirò domani alle 15 in direzione. In streaming, a viso aperto“.

Cosa si siano detti i due esattamente non si sa. Fonti ufficiali, però, riferiscono che nessuno avrebbe cambiato idea. Tradotto: Letta intende rimanere al suo posto. “Se il Pd vuole un passo indietro mi deve sfiduciare“, avrebbe risposto al pressing di Renzi. Che ora deve compiere una scelta cruciale per il futuro politico personale e del Paese: prendere il testimone del collega di partito, approdando a Palazzo Chigi senza passare attraverso le elezioni, oppure dare il via libera a un Letta-bis aspettando le urne per scendere in campo.

Il premier, da parte sua, ha provato a convincere i democratici presentando “Impegno Italia”, un patto di coalizione che prevede l’investimento di trenta miliardi in due anni per il rilancio dell’economia e la riduzione delle tasse sul lavoro. Dai diritti per le coppie conviventi alla promozione di nuova occupazione, dalla riduzione del costo dell’energia al sostegno alle imprese, dallo ius soli alla lotta al gioco d’azzardo, in tutto cinquanta punti programmatici suddivisi in undici aree tematiche, con l’obiettivo di far ripartire governo e Paese. “Potrei insegnare pratiche zen in qualunque monastero orientale” scherza Letta rispondendo a chi gli chiede se sia tranquillo. E, riferendosi al sindaco di Firenze, dice: “Io chiedo chiarezza, come la chiedono gli italiani. Ognuno deve dire quello che vuole fare, soprattutto se c’è qualcuno che vuole venire al posto mio, deve dire se è questo quello che vuole fare. Sono stati talmente tanti quelli che fin dall’inizio hanno tentato di mandarmi via, che ho vissuto e vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo“.

L’ipotesi staffetta accende il dibattito politico. Favorevole il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, per il quale se l’ex Rottamatore accettasse la premiership il processo di riforma subirebbe una forte accelerazione. Davide Faraone, membro della segreteria Pd, assicura che “non ci sarà sfiducia parlamentare“, perché “Letta e Renzi fanno parte dello stesso partito e decideranno insieme“. A chiarire quale sia lo stato d’animo dei renziani ci pensa però Ernesto Carbone: “Gli italiani non possono aspettare un altro anno senza riforme, senza provvedimenti economici e con il tirare a campare dei programmi dai buoni propositi“.

Critiche arrivano da Fi, che accusa i democratici di scaricare sul Paese le tensioni interne, e da Sel, che non appoggerà governi di cui fanno parte anche partiti di Centrodestra. A sorpresa una parziale apertura giunge invece dalla Lega, per bocca del segretario Matteo Salvini: “Se Renzi ci stupisce con proposte concrete noi non siamo pagati per dire no a priori“. Pare non avere dubbi su chi appoggiare, invece Angelino Alfano: “Enrico si è sconfitto da solo. Qualunque cosa dica oggi sarà comunque troppo tardi, il Pd è tutto con Matteo Renzi, è un dato di fatto“.

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