Prandelli, se resta l’Italia sarà tutta sua

C’è una differenza sottile ma allo stesso tempo abissale tra i ruoli di “allenatore” e “commissario tecnico”, e Prandelli lo sa bene. Sono entrambi “coach” con la differenza che il primo gestisce giornalmente la propria squadra, programma gli allenamenti, sceglie la formazione da mandare in campo la domenica, ogni benedetta domenica; il secondo sceglie la formazione (nazionale), senza poterla allenare, a distanza di periodi lunghissimi basandosi sulle prestazioni che i calciatori forniscono con i propri club. L’unico momento in cui un commissario tecnico può preparare davvero la squadra ad una competizione di livello ricade ogni 2 anni, d’estate, quando gli allenatori si riposano.

L’attuale c.t. della Nazionale Italiana accusa da tempo un’insofferenza, neanche troppo nascosta, nei confronti del ruolo di “selezionatore” che non gli permette di stare a contatto giornalmente con il terreno di gioco e lo tiene distante dall’adrenalina da partita domenicale, tenendolo invece a stretto contatto con i, tanto sfarzosi quanto inutili, frequenti cerimoniali Uefa e Fifa. Prandelli ha dichiarato più volte che la scelta se proseguire o meno con la Nazionale dopo il Mondiale sarebbe stata resa nota prima della competizione brasiliana e tutti già si aspettano un classico “è stato bello, ma ora torno ad allenare“. E se invece le parole dell’ex tecnico viola fossero “è stato bello, non lascio, raddoppio“?

La possibilità che ciò accada c’è. Prandelli, per poter rimanere, vorrebbe il controllo totale di tutte le Nazionali ovvero: dall’Under 15 arrivando ad Under 21 e Nazionale Olimpica. Una trasformazione totale da commissario tecnico a commissario unico di tutte le selezioni che porterebbe il coach a non rimpiangere l’impegno costante con un club e la Nazionale ad assumere una fisionomia unica e ben delineata in tutte le sue categorie e le sue fasi di età. Un’idea intelligente, innovativa (l’Italia sarebbe seconda solo al modello tedesco) e che potrebbe dare un’identità unica agli azzurri, ma quanto è davvero realizzabile tutto ciò?

Il tecnico di Orzinuovi toglierebbe a diversi giovani allenatori l’opportunità di esprimere le proprie trame ed idee di gioco. Dovrebbe poi affrontare dei seri problemi logistici, in quanto spesso le differenti selezioni giocano a distanza di pochi giorni; come fare a seguire tutti i giocatori e valutarli quando le partite sono nello stesso periodo? In pratica dovrebbe indicare a tutti i responsabili tecnici delle diverse nazionali chi mandare in campo e come far giocare la squadra.

L’idea resta concreta e stravolgerebbe il sistema attuale. Le alternative per il post-Prandelli sarebbero eventualmente Zaccheroni o Allegri, non eccessivamente allettanti per il pubblico azzurro.

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