Internet, 25 anni che hanno cambiato il mondo, i media e la politica

In principio era un saggio, una lettura tecnica dal titolo “Management dell’Informazione: una proposta“. L’autore era l’ingegnere inglese Tim Berners-Lee e l’argomento riguardava una teoria su come migliorare le comunicazioni all’interno del Cern di Ginevra. Oggi, esattamente 25 anni dopo, si chiama internet: la rete virtuale che collega il mondo intero.

Cinque lustri di vita sono bastati per cambiare il nostro pianeta. Per la svolta però si è dovuto attendere fino al 30 aprile del 1993, quando il Cern scelse di rinunciare ai diritti d’autore sul World Wide Web. Da allora il “www” è stato sempre più invadente nella vita della popolazione mondiale, fino a diventare la prima fonte di informazione al mondo.

All’inizio l’accesso ad internet era per pochi: prima per chi si poteva permettere un computer fisso, poi per chi riusciva a collegarsi ai rumorosi e ormai obsoleti modem. Poche ore al giorno per pochi utenti al mondo. Pian piano, verso la fine del millennio, connessioni sempre più veloci e sempre più accessibili hanno fatto schizzare l’affluenza alle stelle, tra l’entusiasmo generale di chi non riusciva a credere di cosa fosse stato capace l’Uomo.

Ed ora ecco che il web compie 25 anni. Parecchi. Per un essere umano sono più che sufficienti a mettere al mondo un figlio; internet, che il pensiero di un essere umano lo moltiplica all’ennesima potenza, se li è fatti bastare per dare vita ad intere nuove generazioni di internauti madrelingua.

Milioni e milioni di giovani si sono ritrovati a crescere sotto questa campana virtuale. Se i loro genitori si sono avvicinati al web con un po’ di diffidenza mista a curiosità, le nuove generazioni vi sono nate dentro e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, si sono ritrovate a gestire una vita virtuale parallela a quella reale. Ormai i bambini devono essere controllati a vista perché non incappino nelle segrete del web, i ragazzini non vedono l’ora di poter essere su qualsiasi social e i giovani finiscono per lavorarci dentro.

In pochi anni la tecnologia ha fatto balzi da gigante e la popolazione mondiale dietro di lei, al passo coi tempi. Talvolta ci si prendeva giusto il tempo per spiegare ai nonni come fosse possibile riuscire a comunicare con i nipoti oltreoceano in tempo reale, poi ecco la nuova vita: ed è rivoluzione.

Neologismi, web 2.0, contatti altrimenti persi per sempre: in una parola, social network. Il mondo si è fatto improvvisamente più piccolo da quando i social, Facebook davanti a tutti, hanno avvicinato chi altrimenti non si sarebbe più rivisto. E così al cambio di abitudini, di stili di vita e di norme del galateo (“via il cellulare dalla tavola!“), si è accompagnato anche un inesorabile cambio di rotta per la comunicazione di massa.

Un tempo c’era il fatto, il pubblico ed il medium tra di essi, per raccontare l’uno agli altri. Al tempo di internet, invece, tutto si mischia: tutti sono allo stesso tempo protagonisti e spettatori della realtà. Apparentemente è il caos, ma i lati positivi esistono e i più furbi li hanno già colti: lo sanno bene tutti i politici e i personaggi di fama internazionale che, con internet, possono comunicare direttamente con i propri sostenitori e i propri fan, senza filtri.

Ma il web ha molte facce e durante questo quarto di secolo ne sono venute fuori parecchie. Oltre l’apparente limpidezza, infatti, c’è tutta quella serie di meccanismi per colpa dei quali ci ritroviamo imbrigliati e catalogati ovunque, ormai senza via di scampo. E, se da un lato la politica grazie al web si avvantaggia, dall’altro deve guardarsi le spalle dai tiri mancini sempre in agguato. Obama è l’uomo più potente del mondo, ma anche lui deve essersi sentito correre brividi freddi lungo la schiena quando l’ex tecnico della CIA Edward Snowden ha cominciato a rivelare i dettagli più segreti dei programmi di sorveglianza statunitensi e britannici.

Internet dunque può essere un’arma. Ma può essere anche straordinariamente utile. Forse è ancora presto per azzardare a paragonare la sua invenzione con la scoperta del fuoco, ma renderebbe l’idea. D’altra parte, Papa Francesco ha definito il web come “un dono di Dio“: solo questo la dice già lunga sull’importanza che sta ricoprendo agli occhi della Storia.

[Foto: japancrush.com]

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