eCommerce, uno sguardo sull’aggiornamento normativo

Con il recepimento della direttiva europea 2011/83 sui diritti dei consumatori anche in Italia si allungano i tempi di recesso per tutti gli acquisti online. Il Governo lo sccorso 6 febbraio 2014 ha approvato uno schema di decreto legislativo che prevede maggiori informazioni precontrattuali per i consumatori in particolare nei contratti a distanza e negoziati al di fuori dei locali commerciali, quindi anche nei contratti che riguardano attività di eCommerce.

Cosa prevedono le nuove regole operative

Le nuove norme contenuto dello schema saranno in vigore a partire dal 14 giugno 2014. Nel dettaglio si fa riferimento al recesso per tutte le attività di eCommerce, per cui si potrà esercitare il cosiddetto ripensamento e fare la richiesta di rimborso non più entro dieci giorni, ma entro quattordici giorni dall’acquisto (e se il venditore nasconde questa informazione si ha fino ad un anno di tempo per ripensarci).

Con le nuove norme sarà quindi possibile esercitare tale recesso anche nel caso in cui il bene è in parte deteriorato, pagando quindi la “diminuzione del valore del bene”. Sarà vietato anche richiedere un sovrapprezzo per il pagamento con carte di credito (come fanno oggi ad esempio le compagnie aeree low cost) se si decide di pagare con carte di credito o bancomat.

Questo schema sull’eCommerce è quindi molto importante perché affronta contesti in cui il consumatore si ritrova quotidianamente. Le finalità di Palazzo Chigi sono “favorire le vendite on line, caratterizzate da un elevato potenziale di crescita”.
L’esecutivo ha voluto agevolare il consumatore che paga con una transazione elettronica, avendo tenuto in considerazione che al momento è più avvantaggiato chi paga in contanti; così nel decreto si sottolinea “l’esclusione della possibilità di avere tariffe superiori se il consumatore paga con carta di credito e Bancomat piuttosto che in contanti”.

In realazione a questo ultimo punto, però, ci sono considerazioni differenti visto che in Europa si sta ancora discutendo della spinosa questione delle commissioni interbancarie per l’e-commerce, che la Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo sta ancora cercando di uniformare allo 0,2-0,3% su tutto il territorio del”Unione.

[Credits immagine: lindipendenza.com]

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