Il Fisco utilizzerà i social per individuare i furbetti

Fin dal 2016, il Fisco italiano utilizza le “fonti aperte”, come siti e social network, per osservare gli immobili compravenduti e la zona in cui sono locati. L’obiettivo è determinare se l’immobile è stato sotto-dichiarato dopo l’acquisto. Stessa cosa ha fatto la Guardia di Finanza, che nella circolare 1/2018 datata 2017 parla di fonti aperte come mezzo per scovare i furbetti. Quindi, un utilizzo di Internet da parte del Fisco per individuare immagini e dati che possono inchiodare il contribuente.

Invece in Francia tale utilizzo è stato pensato “a tutto tondo”. L’articolo 154 contenuto nella legge di Bilancio approvata dal governo a fine anno afferma che verranno raccolti e analizzati in automatico tutti i dati che i cittadini francesi pubblicano sui social network.

“E’ un utilissimo sistema anti-frode”, ha dichiarato il ministro Gérald Darmanin. Un esempio, portato di fronte al Parlamento durante la discussione su tale legge, è quello di un cittadino francese che ha dichiarato di risiedere all’estero ma che pubblica messaggi e contenuti dall’interno del Paese.

Per adesso, il Fisco francese si limiterà a raccogliere solamente dati già pubblici, poiché il rapporto con i giganti del Web non è idilliaco, considerando le recenti vicende fiscali che hanno visto coinvolte alcune piattaforme. Non c’è dubbio che, una volta raccolti i dati, il Fisco potrà utilizzarli insieme a quelli già disponibili tramite i canali canonici. Tra i casi più recenti, c’è quello di un contribuente che, grazie ai post di Facebook, è stato incastrato; in poche parole, il suo tenore di vita reale non corrispondeva affatto a quello dichiarato.

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