Palermo, altro colpo a Cosa nostra: due imprenditori denunciano il racket

Ancora un duro colpo a Cosa nostra a Palermo, i boss scarcerati tornano a prendere le redini del clan: due imprenditori denunciano le estorsioni

La piaga sociale mafiosa continua a persistere nel nostro paese. L’ultima indagine dei Carabinieri a Palermo ha svelato un giro di estorsioni nei confronti di imprenditori edili. Due boss scarcerati, Giulio Caporrimo e Nunzio Serio, si sono subito rimessi all’opera, prendendo le redini del clan di Tommaso Natale ed effettuando estorsioni chiedendo il pizzo agli imprenditori o prendendo il comando di alcuni lavori tagliando fuori le ditte edili. Così due imprenditori stanchi dei torti subiti, hanno avuto coraggio ed hanno denunciato il racket. La denuncia ha portato all’arresto di dieci persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso.

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Palermo, due boss guidavano il racket sugli imprenditori: le intercettazioni e le denunce li incastrano

omicidio campana
Auto dei carabinieri(Getty Images)

Due boss escono dal carcere e riprendono subito le attività illecite. A Palermo, Giulio Caporrimo e Nunzio Serio, chiedevano il pizzo agli imprenditori. Ben sette sarebbero stati gli uomini che dovevano sottostare ai ricatti dei due boss, ma due di questi hanno deciso di testimoniare. Fondamentali le due denunce per l’operazione ‘Teneo’, che con l’ausilio di alcune intercettazioni sono riusciti ad arrestare dieci persone. Nelle intercettazioni si vede il boss Caporrimo baciare i propri fedeli con i quali aveva ricostruito il racket. Le autorità sono così riuscite a fermare le attività illecite e come dichiara il comandante del Reparto Operativo, Mauro Carrozzo: “I capi storici di Cosa nostra continuano a svolgere un ruolo significativo all’interno delle famiglie palermitane, soprattutto nella prospettiva della riorganizzazione della struttura mafiosa, che le indagini hanno però bloccato”.

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