Coronavirus, a Pordenone nascono le “classi jolly”: insorgono le famiglie

A Pordenone, in relazione alla vicenda del coronavirus nel reparto scuola, prendono vita le classi jolly: un metodo mal digerito dalle famiglie.

Che la situazione della pandemia di coronavirus terrà banco ancora per un lungo tempo è, ormai, fuori dubbio. Ancora poche certezze, molti dubbi, e un vaccino che sembra lontano. In più, negli ultimi giorni, c’è chi ha ipotizzato il termine della pandemia per il 2022. Insomma: c’è da faticare e non poco. Una fatica che si sta riversando anche nelle scuole.

Da poche ore è stata introdotta una novità nella scuola media Lozer di Pordenone. Non c’è spazio per tutti, quindi: avanti con le classi jolly. Delle grandi stanze dove verranno messi ragazzi e docenti che non sono arrivati “per tempo”. Uno spazio chiamato alternativo, ma che, tanto alternativo, soprattutto per le famiglie, non sembra essere.

L’idea è stata pensata soprattutto per bambini dagli 11 ai 13 anni, coloro ai quali non è arrivato il materiale di prima necessità: la mascherina. Uno strumento che sono costretti a portare da casa.

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A Pordenone le classi jolly vengono mal digerite: nonostante il coronavirus creano disuguaglianza

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Una classe scolastica ai tempi del Covid-19 (Getty Images)

Un’idea messa sul piatto proprio dalla preside della scuola in questione: Lucia Cibin. Quest’ultima, assieme al suo staff, ha pensato che, in mancanza delle apposite mascherine (arrivate solo per i bambini dai 6 ai 10 anni), i ragazzi dagli 11 ai 13 anni, e cioè quelli delle medie, dovranno confluire in una grande stanza con dei pc e delle cuffie dalle quali ascolteranno la lezione.

La protesta delle famiglie si è alzata soprattutto perché non si riesce a capire il criterio che muove questa “idea innovativa”: secondo quale principio di “ritardo” alcuni ragazzi verrebbero messi all’interno di grandi stanze con dei pc e altri no?

Altra domanda opportuna sarebbe la seguente: si può palesare tanta disuguaglianza all’interno dell’ambito scolastico? Se qualcuno dovesse rispondere di sì, è bene che lo spieghi a gran voce e che la spiegazione sia di quelle sensate.

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