Malato di leucemia a 16 anni, il fratellino si sacrifica per lui

Un bambino di soli 13 anni si è immolato per salvare la vita al fratello maggiore di 16 malato di leucemia: il delicato trapianto 

Ospedale operazione in corso
Ospedale (Gettyimages)

Commovente storia al Policlinico di Bari. Un bambino di soli 13 anni ha donato il midollo al fratello maggiore di 16 malato di leucemia. Il delicatissimo trapianto allogenico di midollo osseo è andato però fortunatamente a buon fine. Il paziente ha reagito bene all’intervento e adesso si trova in convalescenza a casa, dimesso dall’ospedale. Il ragazzo aveva compiuto 16 anni in reparto a causa di una leucemia linfoblastica acuta in recidiva.

La felicità espressa direttamente dal direttore dell’unità operativa di ematologia e trapianti, Pellegrino Musto, che si è detto entusiasta per aver effettuato il primo trapianto tra paziente e donatore in età pediatrica. Anche il piccolo donatore sta bene, ed è stato dimesso. Il Policlinico di Bari diventa dunque uno dei pochissimi centri del sud Italia ad essersi occupato di trapianti per tumori in età adolescenziale.

Bari, malato di leucemia a 16 anni: il fratello gli dona il midollo

Pronto soccorso ospedale italiano
Pronto soccorso, ospedale italiano (Gettyimages)

Un gesto sicuramente nobile. Un bambino di 13 anni ha deciso di donare il midollo al fratello maggiore malato di leucemia a soli 16 anni. Il trapianto è avvenuto al Policlinico di Bari, che per la prima volta si è occupato di un trapianto di questo tipo su pazienti in età infantile o adolescenziale. Tale pratica delicatissima infatti, spesso è impossibilitata dalla mancanza di donatori compatibili. Il donatore ideale per questo tipo di interventi è infatti un fratello del paziente HLA-identico, oppure da un fratello donatore HLA-compatibile. Statisticamente, soltanto un quarto dei pazienti possiede un fratello compatibile, spesso si ricorre dunque a donatori consanguinei non compatibili.

Importantissimo dunque, e anche raro, il sacrificio del fratellino di 13 anni. Il paziente 16enne avrebbe infatti reagito bene all’intervento. Anche i medici  Nicola Santoro, direttore dell’oncoematologia pediatrica e Paola Carluccio, responsabile del programma trapianti, si sono detti entusiasti per tale risultato.

 

 

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