Vaccino Covid, il piano italiano: a gennaio ci sarà una svolta

L’arrivo del vaccino per il Covid-19 sembra ormai alle porte. L’Italia vuole farsi trovare pronta e sta cercando di organizzarsi al meglio per il reperimento e la distribuzione

Vaccino Covid (getty images)
Vaccino Covid (getty images)

Il Covid-19 non lascia tregua al nostro Paese. L’aumento dei contagi negli ultimi mesi sta portando il sistema sanitario a un passo dal collasso in diverse regioni italiane. Dopo le ultime decisioni del Governo, anche Toscana e Campania rientrano tra le zone rosse dopo Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta. Il quadro epidemiologico è quanto più drammatico: ormai l’ampia maggioranza dei territori italiani rientrano nel colore rosso o arancione.

In un quadro del genere che sta portando tensioni, in primis alla sanità, ma anche dal punto di vista economico e sociale, solo l’arrivo di un vaccino testato e affidabile sembra poter liberare la popolazione mondiale dalla pandemia che la sta affliggendo ormai dalla scorso inverno. Sono diverse le sperimentazioni a buon punto e ormai regna la speranza che già all’inizio del 2021 possa arrivare la svolta. Di seguito tutte le ultime novità a riguardo, riportate da “Repubblica”.

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Vaccino per il Covid: l’organizzazione per somministrarlo in Italia

Vaccino Covid (getty images)
Vaccino Covid (getty images)

AstraZeneca e Pfizer dovrebbero essere le aziende a produrre il vaccino. Quest’ultima si occuperà anche di distribuirlo, ma avrà un costo molto più alto, anche di 6 volte rispetto alla concorrente. In Italia si stanno preparando mille destinazioni dove il vaccino arriverà direttamente dalla Pfeizer. Scenderà in campo anche l’esercito per collaborare nella distribuzione, ma anche l’intelligence avrà un ruolo cruciale per prevenire azioni di criminalità organizzata. In preparazione anche un gran numero di celle freezer che dovranno sostenere temperature da tra i -70 e i -80 gradi. La logistica italiana teme già di essere in ritardo, ma il focus si sposta anche sul Governo. Sarò lo Stato, infatti, a dover stabilire chi dovrà avere accesso prioritario al vaccino e in quali condizioni.

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