Il figlio la interrompe con l’amante, lei lo soffoca: la condanna

Il fatto risale all’aprile del 2019, quando una donna soffocò il figlio di appena due anni “colpevole” di aver interrotto un momento di intimità con l’amate. Simulò l’incidente, poi la confessione.

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Getty Images

Soffoca il figlio: 30 anni di galera – È arrivata la condanna per Donatella di Bona, la donna trentenne che un anno e mezzo fa soffocò il figlio di appena due anni e mezzo perché aveva “interrotto” un momento intimo tra lei e il suo amante. È successo nell’aprile del 2019 in provincia di Frosinone, tra le campagne di Piedimonte San Germano. La ragazza si era appartata in auto con il padre del piccolo ma, nell’intimità, i pianti del ragazzino hanno mandato su tutte le furie entrambi, al punto da spingere Donatella a soffocare suo figlio.

La donna ha rilasciato una confessione fiume, in tribunale, solo pochi giorni fa. Ha raccontato come l’uomo (che al tempo era anche sposato e con bambini) si sarebbe innervosito a causa dei pianti di suo figlio “illegittimo” e avrebbe spinto Donatella ad agire nel modo più drammatico e tragico possibile, soffocando il piccolo legandogli anche un calzino attorno al collo.

Soffoca il figlio in auto: condannata a 30 anni

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Polizia (Fonte GettyImages)

Dopo l’omicidio Donatella, stando al suo racconto, sarebbe stata abbandonata dall’uomo (Nicola Feroleto) che aveva scaricato su di lei tutte le responsabilità dell’accaduto. Per questo la donna simulò un incidente, raccontando alla polizia che il piccolo era stato investito. La ricostruzione però non convinse gli inquirenti, tanto che gli interrogatori continuarono sino costringere l’omicida a confessare.

Pochi giorni fa la sentenza, arrivata con rito abbreviato: 30 anni di prigione. La difesa puntava sull’assoluzione sostenendo che in quel momento la donna non fosse capace di intendere e di volere. Si rimane in attesa del giudizio anche per Nicola Feroleto, pure lui in carcere.

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Foto d’archivio (Getty)

La donna ha direttamente accusato il suo ex amante, sostenendo come mentre uccideva Gabriel fosse “rimasto a guardare” dicendole poi che si sarebbe dovuta prendere la colpa lei stessa, altrimenti l’avrebbe uccisa.

 

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