Gli negano le cure per il Covid: giovane vittima lascia due figli

Un ragazzo rimane vittima di una morte assurda: per “colpa” del Covid gli negano le dovute cure. Era malato e combatteva per rimanere in vita.

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Sherwin Hall assieme alla moglie prima in uno scatto di famiglia (Fonte Facebook)

Lo avevano detto che sarebbe successo. Curare tutti i malati di Covid avrebbe portato ad “abbandonare”, seppur momentaneamente, le cure verso altri pazienti. E così è stato per un ragazzo di 27 anni, che per “colpa” del coronavirus non ha ricevuto le giuste cure. Era malato di tumore e combatteva per rimanere in vita con tutte le sue forze.

Il suo nome è Sherwin Hall, originario e residente a Leeds, in Inghilterra. Il ragazzo, ripetiamo di soli 27 anni, lascia una moglie e due figli. Quest’ultimi è un’altra vittima strettamente correlata alla pandemia da coronavirus: la diagnosi è tardata ad arrivare, il tumore sopraggiungeva in uno stadio impellente e alla fine non ce l’ha fatta.

Purtroppo Sherwin non è la prima vittima (né sarà l’ultima) correlata all’ingolfamento degli ospedali. Tradotto: mancano le cure per tutti gli altri tipi di pazienti che portano con sé malattie al di fuori del coronavirus.

Se negano le cure la morte è certa: Sherwn vittima indiretta del Covid come tanti altri

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Sherwin Hall. morto per mancanza di cure per colpa del Covid (Fonte Facebook)

Potremmo definire Sherwin, purtroppo, una vittima indiretta della pandemia da coronavirus. Non solo nel Regno Unito, ma anche in altri Paesi del mondo. Soprattutto per i problemi legati alla prima ondata, quando tutti sono stati colti impreparati e gli ospedali hanno cominciato a gridare al collasso.

A dare l’annuncio della morte è stata la stessa moglie, LaTroya Hall. Quest’ultima ha raccontato come il calvario del marito era iniziato già lo scorso marzo, quando la pandemia cominciava ad allargarsi a macchia d’olio in diversi Paesi del continente europeo.

Sherwin aveva iniziato una cura a base di antibiotici, che nona aveva dato l’effetto sperato. Poi, dopo ben 13 visite in quattro settimane, il quadro clinico appariva ormai come compromesso. Fino ad arrivare al tragico esito.

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