Cos’è il Termopolio, lo “stret food” ritrovato a Pompei

Ritrovamento storico a Pompei, dove da alcuni scavi si ritrova un termopolio, l’antenato del nostro street food dei tempi moderni

Termopolio Pompei
Termopolio Pompei @Twitter

Continuano i lavori di restauro della Regio V a Pompei, dove un ritrovamento storico lascia tutti senza parole. Infatti durante i lavori si scopre un ‘Termopolio, ovvero un luogo in cui si vendevano cibi e bevande d’asporto nell’antica Roma. Il termine ‘Termopolio’ viene dal Latino ‘Thermopolium’, e corrisponderebbe ad una bottega che sarebbe la progenitrice del moderno ‘Street Food’, ovvero il cibo d’asporto dei tempi moderni. Inoltre a sorprendere tutti è anche il ritrovamento di tracce di cibo antico contenuto all’interno di grandi dolia, ovvero delle giare. Dagli scavi emergono anche dei ritrovamenti di ossa umane ed animali, oltre a dei graffiti rappresentanti animali. Tra questi ce n’è anche uno omofobo, dove Nicia viene identificato come ‘invertito’, fatto probabilmente, secondo gli studiosi, per prendere in giro il proprietario.

Pompei, le parole del Ministro Franceschini sul Termopolio ritrovato: “Scoperta straordinaria”

Termopolio Pompei
Dario Franceschini @GettyIMages

Pompei si arricchisce di un nuovo ritrovamento storico, ovvero un Termopolio. L’antenato dell’attuale ‘street food’ è una scoperta molto importante ed anche Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali, commenta: “Questa è una scoperta straordinaria frutto di un lavoro di squadra che richiede anche delle norme legislative. Oggi Pompei continua ad essere nel mondo un esempio di tutela e gestione, oltre ad essere uno dei luoghi più visitati d’Italia”. Anche il direttore generale dei Musei al ministero, Massimo Osanna, dichiara: “Questa è una testimonianza ulteriore della vita di Pompei. Le analisi di questo Termopolio sono incredibili, poiché è la prima volta che che si riesce a scavare un intero ambiente con tecnologie avanzate e scoprendo dati inediti. A quelle già effettuate si sommano nuove analisi per comprendere i contenuti delle dolia, ovvero i contenitori in terracotta”.

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