Draghi e Erdogan “dittatore”: dura decisione della Turchia per le aziende italiane

Mario Draghi contro Erdogan: è tensione tra i due Paesi dopo le parole del premier italiano. La dura ritorsione di Ankara sulle nostre aziende

Il premier Mario Draghi
Il premier Mario Draghi (Getty Images)

I rapporti tra Italia e Turchia sono sempre più freddi dopo le dichiarazioni del premier Mario Draghi nei confronti del presidente Erdogan. Il primo ministro aveva definito “Dittatore” il collega dopo il caso del “sofagate” che ha coinvolto il presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, rimasta senza sedia ed accomodata su un divano poco distante dalla postazione in cui erano Charles Michel e lo stesso Erdogan.

Ankara non ha certo gradito l’uscita del premier italiano ed ha immediatamente convocato il nostro ambasciatore di stanza nella capitale turca per chiarimenti; contestualmente ha chiesto all’Italia di porgere le scuse ufficiali per le parole di Mario Draghi, fin qui non arrivate.

Palazzo Chigi minimizza sull’accaduto ma la Turchia non accetta chiarimenti attraverso le vie diplomatiche ed è pronta ad agire con le ritorsioni. C’è, però, da dire come il primo ministro italiano abbia ricevuto l’appoggio ed il sostegno di tutte le forze occidentali che spesso hanno criticato l’operato e gli atteggiamenti del presidente turco.

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Tensione tra Draghi ed Erdogan: le ritorsioni di Ankara

Il Presidente turco Erdogan
Il Presidente turco Erdogan (Getty Images)

Ma quali sarebbero le ritorsioni della Turchia nei confronti dell’Italia? Ankara sarebbe pronta a sospendere i contratti già siglati con aziende italiane. Sospesa la vendita per la scuola di volo militare degli elicotteri Leonardo ed anche altri potrebbero ricevere lo stesso trattamento, tra cui Ansaldo Energia.

Ben 10 i velivoli AW169 al centro dell’affare per circa 70 milioni di euro; affare concluso come ammesso da Ismail Demir, Presidente delle Industrie della Difesa a marzo nel marzo scorso ed ora messo i standby. Come afferma Repubblica, è solo il primo passo da parte di Ankara.

Mario Draghi
Mario Draghi (Getty Images)

Altre tre aziende, infatti, avrebbero ricevuto lettera con cui si comunicava la sospensione degli affari in corso. Tra queste, dicevamo, Ansaldo Energia che ha il 40% di un gruppo al lavoro con il governo turco per la gestione dei debiti – si parla di circa 100 milioni di euro – di una centrale elettrica a Gebze. Solo un anno fa, tra i due Paesi vi furono affari per 17 miliardi di euro.

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