ReiThera, dallo stop alla somministrazione a Carofiglio: tutto sul vaccino

Il vaccino italiano ReiThera avrebbe dovuto sopperire ai ritardi nelle consegne delle altre aziende. Ora invece rischia di non essere più rilasciato

Gianrico Carofiglio su vaccino reithera
Lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio (fonte: Getty Images)

ReiThera avrebbe potuto fare la parte del leone nella campagna vaccinale italiana e invece, nel segno della più viva tradizione nostrana, la sperimentazione del siero rischia di naufragare prima ancora di arrivare alle sue battute finali. Risultato: mesi persi e il vaccino potrebbe non vedere mai la luce. La notizia arriva nello stesso giorno in cui Gianrico Carofiglio, scrittore ed ex magistrato barese, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Repubblica in cui rende noti i risultati della sperimentazione su di lui.

Carofiglio si era infatti reso disponibile a fare da “cavia” per la fase 2 del processo di approvazione di ReiThera, il vaccino sperimentato dallo Spallanzani di Roma e prodotto da un’azienda di Castel Romano. Dopo aver ricevuto le sue dosi, lo scrittore si è sottoposto a un test sierologico da cui è emerso che ha sviluppato un livello di anticorpi molto alto. Per questo lascerà a un’altra persona la sua prenotazione per la prossima settimana all’hub vaccinale di Bari dove avrebbe ricevuto la sua dose, probabilmente di Astrazeneca. La notizia dell’efficacia del siero fa storcere ancora più il naso sul suo probabile naufragio decretato dalla Corte dei Conti.

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Ecco perché la Corte dei Conti ha stoppato la sperimentazione di ReiThera

Il vaccino avrebbe dovuto ricevere, per tutte le fasi necessarie fino alla sua commercializzazione, finanziamenti da Invitalia, l’Agenzia nazionale degli investimenti gestita tra l’altro da Domenico Arcuri, ex Commissario all’emergenza. La Corte dei Conti ha tuttavia bloccato tutto, motivando la sua decisione con mancanza di sufficienti risposte da parte dell’Amministrazione di Invitalia. Questo non avrebbe permesso alla Corte di procedere con le dovute osservazioni.

Invitalia, di fatto quindi lo Stato, avrebbe dovuto finanziare con 50 milioni di euro sia la fase sperimentale che il potenziamento dello stabilimento ReiThera di Castel Romano dove il vaccino sarebbe stato prodotto. L’azienda, in una nota, ha manifestato tutto il malcontento: “Prendiamo atto della decisione che blocca di fatto l’impegno preso a suo tempo dalle parti governative“.

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