Rula Jebreal ha declinato l’invito a partecipare alla trasmissione di La7 “Propaganda Live”: la giornalista spiega i motivi della decisione
Rula Jebreal è una giornalista e scrittrice israeliana, nata ad Haifa, ma con cittadinanza italiana ed esperta di politica internazionale. Gran parte del pubblico italiano l’ha conosciuta ed ammirata al Festival di Sanremo del 2020, quando Amadeus la volle con sé sul palco in una delle cinque serate.
E la donna incantò davvero tutti, con il suo garbo, la sua preparazione e discorsi mai banali, di stretta attualità. Conosciuta in tutto il mondo e molto ambita nelle trasmissioni televisive come ospite, nelle ultime ore sta facendo decisamente parlare di sé.
La Jebreal, infatti, era stata invitata come ospite a “Propaganda Live“, trasmissione in onda su La7, programma di Marco Dambriosio e Diego Bianchi (rispettivamente Makkox e Zoro) con Paolo Celata, Francesca Scianchi e Marco Damilano. Ebbene, la donna ha declinato l’invito alla trasmissione spiegando anche il motivo attraverso Instagram. La giornalista non ha accettato perché “non partecipa ad alcun evento che non preveda inclusione e parità” riferito al fatto come su sette ospiti vi fosse solo una donna.
Rula Jebreal declina l’invito: le parole di Bianchi
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E’ stato Diego Bianchi a svelare del rifiuto della donna spiegando anche come l’intenzione della trasmissione fosse quella di avere il suo punto di vista sul conflitto tra Israele e palestinesi. “Non ci conosce, è chiaro” le parole del conduttore.
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“Eravamo contenti di avere la sua competenza ed il suo punto di vista ed ha deciso di non venire dopo aver letto i nomi degli ospiti perché si è vista l’unica donna” ha spiegato Bianchi per poi procedere con una vera e propria invettiva.
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“Non conosce questa trasmissione – ha detto con un pizzico di orgoglio il conduttore – perché rappresenta le diversità tanto da aver ricevuto il premio ‘Diversity Award’. Noi invitiamo un uomo o una donna in base alla loro competenza perché per affrontare quell’argomento sono i migliori. Rula non l’abbiamo chiamata perché donna ma perché donna adatta per quel ruolo“.
