Donatella Rettore a ‘Belve’: la frase sui gay scatena le polemiche

Donatella Rettore si è scontrata con la conduttrice Francesca Fagnani durante la scorsa puntata di ‘Belve’. La cantante senza filtri: frase sui gay accende la polemica

Lo show in seconda serata di casa Rai continua a regalare ai telespettatori delle vere e proprie perle. Dopo l’intervista a Ilary Blasi, Francesca Fagnani ha intrapreso una lunga conversazione insieme all’icona degli anni ’80 Donatella RettoreBelve. La cantante classe 1955 è stata pizzicata su alcune sue dichiarazioni passate riguardanti gli omosessuali, e su alcune espressioni che dovrebbero o non dovrebbero essere usate. La “chiacchierata”, tutt’altro che pacifica, inizia con la domanda della conduttrice su come la cantante sia diventata un’icona gay, e già la prima risposta è parsa assai confusa e fuorviante.

La cantante Donatella Rettore
La cantante Donatella Rettore (Screenshot Raiplay)

Io mi definisco gay, si io sono gay“, risponde la Rettore, suscitando la curiosità dell’intervistatrice, che indaga e insiste: “Ha mai avuto una frequentazione con una donna?“. Sorprendente la risposta, un secco no, che ha fatto storcere non poco il naso alla Fagnani. In seguito le due hanno avuto un acceso dibattito su alcune parole riguardanti gli omosessuali, sugli appellativi “gay” piuttosto che “f*ocio”, e anche in quel frangente le risposte di Donatella non sono sembrate chiarissime.

Donatella Rettore a Belve: ancora il politically correct

Ci risiamo, purtroppo. Ogni qual volta un dinosauro del nostro mondo dello spettacolo incappa in una gaffe anacronistica su politica, società o attualità, ecco che l’appiglio unico e ultimo rimane quel maledetto politicamente corretto. Come se fosse orami una giustificazione, essere politicamente scorretti, per appropriarsi di terminologie e linguaggi assolutamente errati, obsoleti e di un tempo che ormai non viviamo più. Sulle frasi della Rettore, sull’uso della parola “ne*ro”, la cantante si è difesa citando addirittura Vasco: “Lui adesso non potrebbe più dire ‘È andata a casa con il negro la troia’“.

Ne*ro non è un insulto – insiste la Rettore – dipende da come lo si usa. Io rivendico di poter utilizzare questi termini, altrimenti ci censuriamo. Per me, frocio non è una parola brutta“. E’ stato proprio mentre la Fagnani provava a far ragionare la cantante, suggerendole di cambiare semplicemente parole per esprimersi, che è iniziata la lotta al politicamente corretto, una sorta di lotta contro i mulini a vento. Stendendo un velo pietoso sulla distinzione tra “gay” e “checce“, dove i gay sono gli uomini, e le “checce”, quelli che si tirano i capelli e parlano solo di pettegolezzi, la Rettore tira fuori l’ultima freccia dalla sua faretra, definendo il politically correct  perverso e addirittura “oscurantista”.

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