Interviste-spot a Berlusconi: indagati i direttori di Tg1 e Tg2 e Berlusconi. Violazione par condicio anche per Santoro

Altri guai per la sovraesposizione del premier, Silvio Berlusconi, e per le sue interviste-spot a reti quasi unificate mandate in onda il 20 maggio scorso dalle edizioni serali dei principali telegiornali nazionali. Sui notiziari si era già abbattuto il provvedimento dell’Agcom (Autorià di Garanzia per la Comunicazioni) con multe a Rai e Mediaset per l’operazione che aveva “determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’Agcom”: pena massima – 258.230 euro – inflitta a Tg1 e al Tg4, in quanto recidivi, mentre per Tg2, Tg5 e Studio Aperto la sanzione pecuniaria è stata di 100mila euro. Ora ci si mette anche la Procura di Roma, che ha iscritto nel registro degli indagati Augusto Minzolini e Mario De Scalzi, direttori rispettivamente del Tg1 e Tg2, nonché lo stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accusati di abuso di ufficio. L’indagine è stata avviata in seguito alla denuncia dei Radicali Emma Bonino e Marco Cappato, assistiti dall’avv. Giuseppe Rossovita, nella quale si sottolinea come “gli interventi di Berlusconi nei Tg fossero, per temi trattati, scenografia con tanto di simbolo elettorale alle spalle e montaggio del registrato, dei veri e propri spot elettorali assolutamente vietati nei notiziari».

Secondo Marco Cappato, capolista della Lista Bonino-Pannella, si sarebbe trattato di “spot analoghi a quelli, celebri, che Berlusconi inscenava per Forza Italia sino a quando è entrata in vigore la legge n. 28 del 2000; mancava solamente la foto di famiglia in bella vista sulla scrivania. L’occupazione delle tv da parte di Berlusconi non è cosa alla quale si può rimediare con dei semplici spazi di riparazione, ne può essere sufficiente l’intervento dell’AGCOM. Fatti così gravi debbono essere valutati anche in sede penale, come da tempo sottoponiamo alla Procura di Roma”.

Nell’esposto si richiedeva anche un intervento di sequestro per “videocassette e/o file originali dei messaggi trasmessi dai notiziari compresi eventuali appunti che ne hanno accompagnato il recapito”, nonché “di ordini di servizio per i giornalisti che hanno effettuato le pseudo interviste oltre agli appunti e ai fogli di lavoro delle riunioni di redazione dei telegiornali”. Ma la richiesta, in questo caso, non è stata accolta.

Intanto la denuncia è stata presentata contestualmente anche alla Procura di Milano, che dovrà decidere sui casi analoghi di Tg4, del Tg5 e di Studio Aperto, di sua competenza.

Per quanto riguarda il reato contestato al nostro premier, egli è indagato in qualità di leader del Pdl e non in quanto Presidente del Consiglio, particolare che lo0 pone al riparo da un eventuale coinvolgimento del Tribunale dei Ministri.

E guai si profilano anche per la trasmissione Anno Zero condotta da Michele Santoro: di nuovo l’Agicom è intervenuta per la puntata andata in onda lo scorso 26 maggio, poichè nell’intervento di Adriano Celentano e nella sua esternazione sulla preferenza di voto per Pisapia si sarebbe configurata la violazione della par condicio, commessa in piena campagna elettorale. Archiviati, invece, dalla stessa autorità gli esposti contro il Tg3 per due servizi sui ballottaggi di Napoli e Milano andati in onda nell’edizione dell 19 il 25 maggio scorso.

 


 

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