Quantitative easing, la Germania salva la Bce e l’Europa (per ora)

Bce ed Europa salve, almeno per ora: la Corte costituzionale tedesca ha dato il via libera, con riserva, al quantitative easing

Il Quantitative easing supera con riserva l’esame più difficile. La Corte Costituzionale tedesca dà il via libera con riserva al programma di acquisto dei titoli pubblici da parte della Bce. Una decisione molto attesa e dalla quale dipendeva anche parte del futuro economico dell’Europa. La decisione però non è totalmente positiva. Per i supremi giudici tedeschi la Bundesbank può continuare a partecipare al programma, ma la Banca europea ha tre mesi di tempo per fornire spiegazioni sul suo operato. In particolare, a Francoforte dovranno dimostrare come gli obiettivi di politica monetaria non siano sproporzionati se confrontati con gli effetti su politica fiscale ed economica.

Entrando nel dettaglio, la Corte Costituzione tedesca ha parzialmente accorso i ricorsi contro l’acquisto da parte della Bce di titoli di Stato: i proponenti affermavano che tale programma spingeva i Paesi a non attuare il consolidamento dei conti pubblici potendo contare del sostegno della Banca Centrale Europea.

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Quantitative easing, la Bce ha tre mesi per evitare l’addio tedesco

Quantitative Easing
La Corte Costituzionale tedesca (Getty Images)

Nella decisione di oggi, si spiega che non c’è stata alcune violazione del divieto di finanziamento monetario degli Stati. La stessa sentenza però invita governo e parlamento tedeschi a vigilare affinché la Bce non oltrepassi il proprio mandato. Ed ecco quindi subentrare la riserva sul quantitative easing. La Bundesbank non potrà partecipare ulteriormente al programma se la Bce non dimostri, attraverso una nuova decisione, che si tratta di una misura proporzionale.

Una riserva accolta subito dalla Banca centrale tedesca. In una nota, infatti, la Bundesbank comunica che non potrà partecipare a decisioni anticostituzionali, dopo un periodo di tre mesi, se da Francoforte non arriverà un chiarimento che con il programma quantitative easing non porti avanti “obiettivi di politica monetaria sproporzionati” che possano portare ad “effetti di politica fiscale e di bilancio”.

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