K League 1, com’è ripartito il calcio ai tempi del coronavirus

La K League 1 è ufficialmente ripartita in Corea del Sud dopo lo stop per il coronavirus. Ecco il protocollo e le misure utilizzate per giocare a porte chiuse in tutta sicurezza le partite di calcio.

Il campionato di calcio della Corea del Sud è ufficialmente iniziato alle 12:00 ora italiana di venerdì 8 maggio. La prima partita della prima giornata della K League 1, inizialmente prevista a febbraio, è stata Jeonbuk Motors-Suwon Bluewings. A sfidarsi la squadra campione in carica e quella che ha vinto l’ultima coppa nazionale.

Il calcio della Corea del Sud non è certamente tra i più seguiti al mondo, ma in questo caso lo è diventato. Perché è il primo esempio di come sarà il calcio da qui ai prossimi mesi, fino a quando dovremo convivere con il coronavirus.

Secondo il protocollo adottato, nel corso delle partite i calciatori non potranno stringersi la mano. Tutti i componenti della panchina e dello staff tecnico (allenatori inclusi) dovranno indossare la mascherina, solo chi scende in campo ne sarà sprovvisto. Limitate al minimo indispensabile anche le comunicazioni tra i calciatori e con l’arbitro. Niente proteste, insomma.

K League 1
(Getty Images)

Qui trovate il video Youtube della partita Jeonbuk Motors-Suwon: ecco com’è il calcio ai tempi del coronavirus.

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Corea del Sud, tamponi e non solo: il protocollo per far ripartire la K League 1

K League 1
(Getty Images)

Tribune vuote e accesso limitato anche per i giornalisti e la stampa. Nelle immagini (la partita è stata trasmessa in diretta su Youtube) si nota come tutti i componenti della stampa siano stati tenuti a distanza di sicurezza. Prima di entrare nello stadio, tutti i giornalisti dovevano indossare la mascherina ed è stata misurata loro la temperatura corporea.

In campo era presente un solo fotografo per immortalare le due squadre. Niente foto di rito per i calciatori, che prima di iniziare si sono schierati in due file, una per squadra, salutandosi a distanza prima dell’inizio.

Nei giorni scorsi sono stati sottoposti a tampone 1100 persone tra calciatori e componenti degli staff delle squadre di K League 1; nessuno è risultato positivo. Una situazione che purtroppo in Italia, come visto ieri, è ancora lontana dal realizzarsi.

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