Napoli-Juventus, Coppa Italia: cambia il rito della premiazione

Nessuna consegna del trofeo, stasera in Coppa Italia: il capitano della squadra prenderà la coppa da sé.

Stasera è in programma allo stadio Olimpico, a Roma, la finale di Coppa Italia tra il Napoli e la Juventus. Per limitare i rischi di contagio da coronavirus giocatori e staff, come già avvenuto durante le semifinali, rispetteranno una serie di norme di sicurezza. Sono contenute nel protocollo sanitario da applicare alle partite di calcio, con l’obiettivo di ridurre al minimo le possibilità di contatto.

Oltre alle norme note, in occasione della finale sarà rispettato un protocollo specifico per le premiazioni. Il consueto rituale della consegna dei premi da parte delle autorità sarà sostituito da una celebrazione in cui i giocatori faranno tutto da soli. Avverrà tutto alla presenza del presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, del presidente della FIGC Gabriele Gravina e del presidente di Sport e Salute. Non ci sarà invece il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Le cariche istituzionali non consegneranno alcun premio. Saranno i calciatori delle due squadre a sfilare per ritirare autonomamente la propria medaglia. Il capitano della squadra vincitrice, o il rappresentante designato, al termine della partita – e degli eventuali calci di rigore – afferrerà da sé la coppa per sollevarla al cielo.

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Coppa Italia, la premiazione “self-service”

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Il trofeo della Coppa Italia (Getty Images)

Soltanto in occasione della premiazione è prevista un’eccezione alla regola del divieto di assembramento. I calciatori potranno riunirsi per le foto di rito e per esultare insieme. Tutti a quel punto avranno al collo la medaglia che avranno indossato dopo averla ritirata dal tavolo allestito a fine partita. La stessa regola varrà per le medaglie della squadra seconda classificata.

L’accesso allo stadio Olimpico, come da protocollo, sarà consentito a non più di trecento persone circa, giocatori inclusi. Soltanto per questa serata saranno ammessi quaranta giornalisti anziché dieci, scrive la Gazzetta dello Sport. Sale anche il numero dei fotografi: da dieci a venti.

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