Smog, un “antagonista” della Terra che uccide più del coronavirus

Una ricerca condotta nell’Università di Chicago afferma che lo smog uccide e continuerà a farlo molto di più del coronavirus nella sua massima espressione.

L’inquinamento atmosferico, quello che, molto più comunemente e nella vita di tutti i giorni, chiamiamo smog, toglie due anni di aspettativa di vita ad ogni abitante dellaTerra. Nessuno escluso, tutti coinvolti. Un tributo maggiore di quello del “mostro”. Colui il quale, da un periodo a questa parte, combattiamo e non smettiamo di sentirne i disastrosi effetti sulle nostre vite: il coronavirus. Un virus che è destinato a perdurare anche quando sarà finito il periodo di pandemia. A calcolare questo effetto dannoso (dello smog) è stata una ricerca condotta dagli esperti dell’Università di Chicago, i quali ogni anno aggiornano l’Air Quality Life Index. Uno “strumento” che ha il compito di tradurre gli effetti dello smog sulla salute degli abitanti della Terra. In poche parole: tutti noi.

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Smog, “l’agente” che uccide più del coronavirus: a perderci è l’intera umanità

smog coronavirus
Leonardo Di Caprio e due ragazzi di origine africana in un intervento all’Onu (Getty Images)

A chiarire ulteriormente le idee in merito al delicato tema in questione è l’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità). Quest’ultima ha indicato una soglia sopra la quale non andare o addirittura scendere per avere dei netti miglioramenti. Se tutti i Paesi attuassero questo percorso si guadagnerebbero in media 1,9 anni pro capite. Infatti, l’aria più inquinata della Terra si respira in quattro nazioni: India, Bangladesh, Pakistan e Nepal, ove gli anni “persi” (e quindi da recuperare) sono addirittura cinque. Mentre nell’Occidente “generale” (Usa e Europa) la situazione è nettamente migliore. Ad esempio il nostro Paese, l’Italia, secondo gli esperti guadagnerebbe 0,4 anni. La Cina, invece, è sul podio più alto: indicata come il Paese con miglior performance di miglioramento nell’ultimo periodo. Invertire la rotta è una specie di “regolamento” che siamo obbligati ad attuare se vogliamo provare a dare un senso diverso e più “pulito” a questa umanità sempre più in crisi, che cerca spiragli di luce per “rivoltarsi” e cercare un bene comune.

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