Recovery fund, previsioni catastrofiche: periodo lunghissimo di crisi

Il periodo di crisi dovuto alla pandemia portata dal coronavirus va ad allungarsi: anche le previsioni sul tanto atteso Recovery Fund non sono delle migliori. Ci aspettano davvero tempi duri.

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Commissione Europea (Fonte GettyImages)

Tempi duri. Queste due parole stanno riecheggiando nell’arco delle ultime giornate. Usiamo il verbo riecheggiare perché fu già ascoltato in precedenza, nel corso della prima ondata. Proprio dopo quest’ultimi erano arrivati dei segnali di ripresa, ma è stata tutta un’illusione. La seconda ondata, con picchi di contagi elevati e molti morti, ha fatto sì che le cose precipitassero nuovamente.

A pronunciarsi, nelle ultime ore, è stata direttamente la Commissione Europea, dove Paolo Gentiloni, esponente del Partito Democratico, ne è commissario all’economia. Bruxelles rivede nettamente le stime. Sebbene il calo del Pil nel luglio scorso fosse dell’11,2%, mentre ora il dato si attesta al 9,9%, a preoccupare è l’ottima e futura risalita, tanto sperata, ma forse del tutto irrealizzabile.

Recovery Fund: cosa c’è in serbo per l’Italia del futuro

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Paolo Gentiloni, Commissario all’economia per l’Unione Europea (Getty Images)

Peggio dell’Italia solo la Spagna, che comunque potrebbe far segnare numeri più solidi nella ripresa. Per l’Italia si passerebbe dal -9,9% del 2020, al 4,1% del 2021 per poi riabbassarsi di nuovo al 2,8% nel 2022. Una ripresa che non c’è e che non porterebbe il paese ai livelli di pre-crisi. A incidere in maniera positiva sul difficile destino dell’Italia potrebbe essere il tanto chiacchierato Recovery Fund.

A parlare di ciò è stato lo stesso Gentiloni, che ha sollecitato tutti i Paesi dell’Unione Europea, compresa ovviamente anche l’Italia, a presentare un piano altamente adeguato alle richieste europee, per prendere i primi prestiti. Prestiti, del 10%, che potranno arrivare entro la primavera del prossimo anno. L’impatto finanziario del Recovery Fund è ancora incerto sotto il profilo dei Governi nazionali e dal “moltiplicatore” che dovrà essere associato alle misure che il Governo stesso metterà in campo per ricevere i primi prestiti. Le riforme non possono tardare ad arrivare, il tempo stringe e un piano concreto è quello che serve.

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