Un giovane medico ebreo si ritrova a salvare la vita ad un paziente nazista malato di covid, a svelarlo sono stati i tatuaggi che ricoprivano il suo corpo.
Una storia che ha fatto discutere molto, un giovanissimo medico ebreo si è trovato a salvare la vita ad un paziente malato di covid che ha scoperto essere un neonazista. Taylor Nichols lavora in un ospedale in Sacramento, California e lo scorso novembre si è ritrovato davanti ad un paziente con il corpo ricoperto di tatuaggi nazisti ed ha confessato sul suo Twitter di aver avuto un attimo di esitazione. Ad assistere il paziente si trovavano con lui, un’infermiera afroamericana e un anestesista asiatico. Sul suo profilo il medico si lascia andare ad una serie di considerazioni e si chiede se al posto suo, l’uomo lo avrebbe salvato.
Il paziente è arrivato in pronto soccorso con il casco CPAC, il respiro corto ed era evidentemente affaticato. Non riusciva nemmeno a rispondere alle domande dei medici, l’unica cosa che è riuscito a dire era che voleva vivere e di fare il possibile per salvarlo. E così hanno fatto, Taylor l’ha curato come se fosse un “normale” paziente ma ammette che questa pandemia l’ha cambiato. Gli americani sono stati tra quelli che maggiormente hanno attaccato medici e infermieri, accusandoli di mentire sulla gravità del virus.
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Taylor Nichols, medico ebreo, si sfoga su Twitter: “ognuno pensa a se stesso”
He came in by ambulance short of breath. Already on CPAP by EMS. Still, he was clearly working hard to breathe. He looked sick. Uncomfortable. Scared.
As we got him over to the gurney and his shirt off to switch a a hospital gown, we all noticed the number of Nazi tattoos. 1/
— Taylor Nichols, MD (@tnicholsmd) November 30, 2020
Taylor Nichols, un giovane medico ebreo della California, ha raccontato sul suo profilo Twitter un episodio che lo ha colpito molto. Si è ritrovato ad assistere un paziente nazista, non era la prima volta che si prendeva cura di un paziente razzista ma tutti questi mesi in “trincea” hanno avuto un effetto pesante sui medici e gli operatori sanitari. Non si era mai fatto delle domande, aveva scelto questo lavoro consapevole che si sarebbe potuto trovare di fronte a situazioni simili.
Nichols ha scritto che si sente abbandonato dal governo, nessuno si è interessato dei medici e degli infermieri che lavorano in un campo di battaglia. Vivono con la costante paura di contagiare i propri cari, credevano nelle persone e nella loro capacità di prendere seriamente questa pandemia. E invece sono stati accusati di mentire sulla gravità del virus e sono stati completamente abbandonati a se stessi. Ognuno a pensato al proprio tornaconto. Tutto questo ha cambiato il medico che ha confessato di essersi domandato, per la prima volta, se fosse giusto salvare quel paziente. E voi cosa avreste fatto al suo posto?