Treccani, la definizione sessista della donna: è polemica contro il vocabolario

È bufera per la definizione di “donna” che viene data dal vocabolario Treccani. Dura la reazione di alcuni noti personaggi della cultura e della politica

fila di libri
Libri (getty images)

Il celebre vocabolario Treccani è nel mirino per le definizioni della parola “donna” riportate all’interno del dizionario.

Oltre a riportare il significato evidente di  donna “nella specie umana l’individuo di sesso femminile, soprattutto dal momento in cui abbia raggiunto la maturità anatomica”, il vocabolario menziona anche altre definizioni decisamente anacronistiche e rispondenti alle logiche di una società piuttosto patriarcale.

Tante le personalità della cultura che hanno chiesto alla Treccani una rettifica con una lettera aperta comparsa su “La Repubblica”. Tra le intellettuali firmatarie della missiva figurano: Michela Murgia e la politica Laura Boldrini, da sempre in prima linea a favore delle donne.

Le definizioni sessiste di “donna” nel vocabolario Treccani

corridoio di una biblioteca
Corridoio di una biblioteca (getty images)

È possibile quindi analizzare alcune fra le definizioni più sessiste che compaiono sul vocabolario Treccani alla voce “donna”: fra i proverbi figura la citazione di “chi disse donna disse danno”, fra i diminutivi si distacca “donnina allegra spesso eufem. Per donna di facili costumi” e “donnino si dice anche di uomo che sbrighi le faccende di casa”.

La Treccani, però, si difende tramite una spiegazione che compare direttamente all’interno del vocabolario online dopo aver fornito tutte le possibili definizioni di “donna”: “In numerose espressioni consolidate nell’uso si riflette un marchio misogino che, attraverso la lingua, una cultura plurisecolare maschilista, penetrata nel senso comune, ha impresso sulla concezione della donna. Il dizionario, registrando, a scopo di documentazione, anche tali forme ed espressioni, in quanto circolanti nella lingua parlata odierna o attestate nella tradizione letteraria, ne sottolinea sempre, congiuntamente, la caratterizzazione negativa o offensiva”.

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