Nomadland da record: tutto nacque nel 2014. Tre dettagli meravigliosi – VIDEO

Nomadland porta a casa tre statuette su sei candidature agli Oscar. La regista Chloé Zao è già nella storia, ma a commuovere è la genesi del film

Chloé Zao premio Oscar Nomandland
La regista Chloé Zao premio Oscar per Nomadland (fonte: Getty Images)

Tre statuette e Nomadland entra nella storia. La pellicola si è aggiudicata il premio di miglior film, miglior attrice protagonista a Frances McDormand e miglior regia alla 39enne Chloé Zao, cinese di origine ma naturalizzata americana. Ed è stato proprio grazie a quest’ultimo Oscar che il film ha staccato un biglietto di prima classe verso la gloria eterna.

Infatti, Chloé Zao è stata la seconda donna nella storia, dopo Kathryn Bigelow per la direzione The Hurt Locker nel 2010, ad aggiudicarsi il premio più ambito del mondo del cinema. Mentre è stata in assoluta la prima regista asiatica a vincere la miglior regia al Dolby Theatre di Hollywood. La notizia, ovviamente, ha fatto in pochi minuti il giro del mondo risvegliando gli entusiasmi delle più femministe. Da ogni angolo del pianeta sono arrivati auguri e complimenti per la Zao, che in Nomadland ha raccontato una storia toccante, magistralmente interpretata (come anche riconosciuto dalla giuria del premio) dalla McDormand che è protagonista assoluta della pellicola.

Da ogni parte, tranne che dalla Cina, il Paese in cui è nata e cresciuta. Qui, il regime ha deciso di cancellare la notte degli Oscar 2021, come se non ci fosse mai stata. Non una menzione sui social, né sui giornali. La vittoria di Chloé Zao deve passare sottotraccia perché una volta, nel 2010, si permise nel corso di un’intervista di lasciarsi sfuggire una frase contro il partito comunista cinese. A celebrarla, fortunatamente, ci hanno pensato gli altri. Anche l’Italia, nonostante sia uscita “con le ossa rotte” da questa edizione degli Academy (in corsa c’era Laura Pausini con la colonna sonora di La vita davanti a sé e Pinocchio di Matteo Garrone per costumi e make up), ha fatto sentire forte il suo sostegno alla regista. Oggi è anche emersa la storia della genesi del film che, probabilmente molti non sanno, è basato su una storia vera.

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La genesi di Nomadland: dall’articolo su un giornale al libro…fino alla pellicola da Oscar

Tutto è cominciato nel 2014, quando la giornalista Jessica Bruder pubblicò su Harper’s Magazine la storia vera di alcune persone che in America svolgono lavori stagionali e per risparmiare denaro decidono di vivere nella propria auto. Fu da quell’articolo dall’enorme successo che Bruder sviluppò la trama del libro Nomadland: Surviving America in the Twenty-First Century, poi pubblicato nel 2017 e arrivato qualche tempo dopo anche in Italia.

Un libro scritto girando l’America in lungo e in largo, alla ricerca di storie di persone che avevano perso tutto, molto spesso a causa della grande crisi del 2008. Sono state le loro testimonianze ad aver ispirato le pagine del romanzo che ha dato i natali alla pellicola che la notte scorsa ha dominato agli Oscar 2021.

Il film sarà disponibile dal 30 aprile su Disney+, per emozionarsi seguendo le avventure di Fern (Frances McDormand), sessantenne che dopo aver perso marito e lavoro lascia tutto per partire col suo furgone alla scoperta degli Stati Uniti e di altre anime nomadi come la sua.

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