Negli studi di Mattino 5 sono stati resi noti i redditi dei politici: sono cifre da capogiro. In collegamento arrivano le reazioni degli ospiti
Mario Draghi ha rinunciato allo stipendio da premier; la notizia ha decisamente sorpreso in Paese dove i ministri ed i parlamentari in genere ricevono buste paga consistenti oltre ad una serie innumerevole di vantaggi e bonus. Negli studi di Mattino 5, nella prima parte condotta da Francesco Vecchi, sono stati resi noti i redditi relativi al 2019 dei membri dell’attuale governo.
“C’è grande disparità nei redditi dichiarati – ha esordito il conduttore – perché si va dai 3,9 milioni di euro di Vittorio Colao, dirigente d’azienda ed attuale ministro dell’innovazione, tecnologia e transizione digitale ai 33.375 di Vincenzo Amendola, sottosegretario agli Affari Europei“.
Vecchi ha poi proseguito con la speciale lista. “Abbiamo la Dadone con 98.471 euro, Mara Carfagna, ministro per il Sue e la coesione territoriale con 135.819 euro e poi Mario Draghi che nel 2019 ha dichiarato 583.470 euro. Per questo motivo ha deciso di dare un aiuto al Paese gratis“.
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Mattino 5, le reazioni di Belpietro e Pedullà
Ne è nato un dibattito in studio, con il direttore de “La Verità” Maurizio Belpietro a commentare. “In quanto dichiarato da Colao credo vi sia anche la liquidazione ricevuta, essendo lui aver ricoperto il ruolo di Ad di Vodafone, azienda della telefonia a livello europeo se non mondiale“.
Vecchi, però, ha incalzato il giornalista sul gesto di Draghi. “Ha fatto una scelta molto concreta – ha ribadito Belpietro – di quei soldi penso non avesse bisogno quindi ha preferito non ricevere compensi avendo probabilmente già le pensioni come ex governatore della Banca d’Italia e della Bce. E’ apprezzabile” la chiosa finale.
“Non mi colpisce particolarmente questa decisione di Draghi – ha commentato il direttore de La Notizia Pedullà – che però pone un problema. Tanti hanno subìto tagli a causa della pandemia, mentre i politici non hanno mai parlato di tagli agli stipendi oggettivamente troppo alti rispetto al lavoro che fanno. Senza dimenticare il livello di assenteismo di molti di loro“.
