Barbara Hepworth e il suo contributo nella storia dell’arte astratta

Google celebra oggi Barbara Hepworth, dedicando un doodle alla scultrice britannica esponente di spicco dell’arte astratta.

Molte delle più note e riconoscibili sculture illustrate sui libri di storia dell’arte, nei capitoli dedicati al Modernismo e al Novecento, appartengono a Barbara Hepworth. Nata a Wakefield nel 1903, Hepworth conobbe e frequentò nel corso della sua vita famosi e celebrati artisti come Picasso e Mondrian. È oggi considerata una delle più influenti scultrici della storia moderna.

Poco prima della Seconda guerra mondiale, il 25 agosto del 1939, Barbara Hepworth si trasferì in Cornovaglia, a St Ives, dopo aver vissuto prevalentemente nello Yorkshire. In quella piccola cittadina di mare, oggi sede di un’importante scuola di pittura e di una succursale della Tate Gallery, trascorse il resto della sua vita. Tutto il lavoro di Hepworth, fin dagli anni Trenta, ebbe un impatto profondo sulla formazione di molti movimenti estetici essenziali del secolo scorso, dal Surrealismo all’Astrattismo.

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La figura di Barbara Hepworth nell’arte del Novecento

Barbara Hepworth
Una stanza della galleria d’arte “The Hepworth Wakefield”, con collezioni permanenti di Barbara Hepworth, a Wakefield, in Inghilterra (Getty Images)

Hepworth è oggi ricordata oltre che per le sue opere per l’eccezionalità rappresentata dalla sua stessa presenza in un universo prevalentemente composto da figure maschili. Durante la sua esistenza preferì tuttavia non convertire mai in battaglie politiche tutti gli sforzi compiuti per emergere in quel contesto poco popolato da artiste donne.

Lavorò e viaggiò molto anche in Italia, Hepworth, fin dai primi anni Venti. Proprio a Firenze sposò il suo compagno dell’epoca, il pittore e scultore inglese John Skeaping. In seguito, dopo aver divorziato con Skeaping, si unì in seconde nozze con il pittore inglese Ben Nicholson. Entrambi esercitarono su di lei influenze poi giudicate rilevanti per la sua produzione artistica. Così come rilevanti furono gli incontri e gli scambi con artisti ancora più illustri e famosi.

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La scultura e il rapporto con il territorio

Barbara Hepworth
Barbara Hepworth accanto alla sua scultura “Donna”, ricavata da un tronco di Dalbergia melanoxylon africano, nel 1932 (Getty Images)

Più volte nel corso della sua carriera Hepworth sottolineò l’importanza del suo legame con i paesaggi dell’Inghilterra e prima ancora quello della sua infanzia nello Yorkshire. “Forse ciò che un individuo ha da dire si forma durante l’infanzia, e il resto della vita non è altro che il suo tentativo di dirlo”, disse una volta. E aggiunse: “io so che tutto ciò che ho sentito e vissuto durante i miei primi anni di vita nello Yorkshire è presente e dinamico nella mia vita di oggi”.

A differenza di molti artisti della sua epoca Hepworth utilizzò i materiali delle sue sculture quasi sempre senza modelli preparatori. La sua tecnica, piuttosto inusuale, consisteva nell’intagliare direttamente la pietra, il legno o il metallo. Lasciava in questo modo che fosse la superficie stessa a suggerirle la forma da ricavare nella scultura. Il risultato è che in ogni opera in cui sia presente un’allusione a una forma vagamente o esplicitamente umana il piano della materia resta sempre e comunque il primo livello di lettura.

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