Valtellina, razzismo contro un 18enne: scritte sulla cassetta della posta

Razzismo a Delebio, in Valtellina: un 18enne di origini marocchine ha trovato delle scritte ingiuriose sulla cassetta della posta.

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Il 18enne vittima dell’atto di razzismo a Delebio (Facebook)

Il razzismo è una delle piaghe sociali più difficili da contrastare, tanto in Italia quanto all’estero. La paura del “diverso”, identificato per la pelle di un colore diverso, continua ad essere tristemente diffusa in tutto il mondo. L’ultimo atto di razzismo in Italia viene dalla Valtellina, più precisamente da Delebio in provincia di Sondrio. Un ragazzo di 18 anni, di origini marocchine, ha trovato alcune scritte ingiuriose sulla cassetta della posta di casa sua. Il vandalo infatti ha scritto “Qui abita un n*gro. DVX”, lasciando pochi dubbi sull’orientamento politico dell’autore. Il giovane per il momento ha denunciato l’accaduto con un post sul proprio profilo Facebook. Con la famiglia adesso valuterà una denuncia ai Carabinieri per risalire al responsabile che, se individuato, dovrà rispondere dell’accusa di diffamazione.

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Razzismo in Valtellina, un anno fa il caso dell’ospedale di Sondrio

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Razzismo in Valtellina, un anno fa il caso dell’ospedale di Sondrio (Wikimedia Commons)

L’atto di razzismo contro un 18enne di origini marocchine a Delebio, in Valtellina, riporta alla mente un altro fatto tristemente noto avvenuto nella provincia circa un anno fa. All’ospedale di Sondrio infatti la reazione disperata di una madre nigeriana alla morte della figlia di cinque mesi aveva scatenato commenti e battute davvero tremendi. La denuncia social della consigliera comunale Francesca Gugiatti, eletta con il centrosinistra, ha riportato alcuni dei commenti più crudi. C’è chi ha parlato di rito satanico o rito tribale e chi ha detto che si tratta di una tradizione africana. Qualcuno ha anche sostenuto che la perdita di un figlio non sia un problema per una donna africana, visto che fanno un figlio all’anno. Infine c’è chi ha paragonato la madre ad una scimmia. Dopo la grande ondata di solidarietà in tutto il paese l’ospedale di Sondrio ha presentato un esposto per tutelarsi contro chi ha pronunciato quelle frasi orribili.

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