Covid, mascherine e distanze non bastano: il nuovo studio mette in allarme

Uno studio sulle gocce di saliva spiega che le regole anti-Covid seguite fino ad ora potrebbero non essere efficaci al 100%, ecco perché

mascherina di protezione
mascherina di protezione (Getty Images)

Indossare la mascherina e mantenere la distanza di almeno un metro. Queste alcune delle raccomandazioni che abbiamo imparato a seguire da alcuni mesi ormai per preservare la nostra salute e quella degli altri. Alcune delle prime regole che gli studiosi hanno indicato fin dall’inizio della pandemia da coronavirus, ma secondo un nuovo studio tutto questo non basta.

Diversi sono stati, in questi mesi, gli studi che hanno unito le forze e si sono maggiormente concentrati sulla dinamica dei fluidi. Il risultato? Un nuovo modello che parla in termini innovativi della propagazione delle goccioline infettive. Quest’ultime possono essere trasmesse per diversi metri e rimanere nell’aria anche per 15 minuti. Anche con la mascherina dunque e a distanza, non si può garantire la massima protezione.

Questo il cuore del progetto di ricerca effettuato dalla TU Wien (Università di tecnologia Vienna), dall’Università della Florida, la Sorbona di Parigi, la Clarkson University (Usa) e il Mit di Boston. I dati a cui si è arrivati sono stati descritti sull’International Journal of Multiphase Flow’. A firmare lo studio un italiano: Alfredo Soldati della TU Wien.

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Covid, i dati sullo studio sulle goccioline di saliva

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Covid-19 mascherina

Secondo i ricercatori che hanno condotto questo importante studio una particella di saliva con diametro di 10 micrometri impiega quasi 15 minuti a cadere a terra. “La nostra comprensione della propagazione delle goccioline, accettata in tutto il mondo, si basa su misurazioni degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso – ha spiegato Soldati – A quel tempo, i metodi di misurazione non erano buoni come oggi, sospettiamo che non fosse possibile misurare in modo affidabile le goccioline particolarmente piccole”.

Ecco perché i modelli del passato hanno bisogno di un aggiornamento e le ultime ricerche permettono di comprendere meglio la propagazione di Covid-19. Si spiega così il nuovo modello proposto nello studio: “Anche quando la gocciolina d’acqua è evaporata, rimane una particella di aerosol, che può contenere il virus. – ha precisato lo studioso italiano – Ciò consente ai virus di diffondersi su distanze di diversi metri e rimanere nell’aria per lungo tempo”.

Questo piaga bene come il distanziamento e la mascherina non bastano perché il virus rimane nell’aria e vi si può entrare in contatto pur osservando tutte le regole fissate fino ad ora. Un ascensore vuoto, ma usato in precedenza da altre persone, potrebbe essere potenzialmente pericoloso. Questo solo un esempio usato per parlare degli ambienti più a rischio, quelli con elevata umidità relativa, maggiore in inverno.

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Test Coronavirus (gettyimages)

“Le mascherine sono utili perché bloccano le goccioline di grandi dimensioni. E va bene anche mantenere una distanza” di sicurezza – ha assicurato Soldati – Ma i nostri risultati mostrano che nessuna di queste misure può fornire una protezione garantita”.

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